BANCHE, OCCHIO ALLA BRACE
La Bce chiederà alle banche della zona euro di portare al 100% gli accantonamenti sui crediti deteriorati di nuova classificazione a partire dal prossimo primo gennaio. La norma non interessa i crediti deteriorati che già adesso si trovano nei bilanci delle banche, per i quali la Bce presenterà misure specifiche. Siamo agli annunci, che però hanno avuto l’effetto di un’esplosione. Provocando la levata di scudi della politica, dei banchieri, degli industriali. Un coro per dire «vade retro» Mario Draghi. Eppure proprio l’incredibile mole di crediti «non performanti» lasciata a marcire nei bilanci ha avuto un ruolo cruciale nel portare le banche sull’orlo dell’abisso, come insegna la Toscana. Non aver pulito i libri contabili ha fatto sì che Etruria sia sparita dopo aver fatto perdere i risparmi a molti suoi clienti. Per salvare il Monte (che deve cedere entro l’anno la enorme cifra di 26 miliardi di crediti cattivi), lo Stato ha dovuto sborsare quasi 4 miliardi di euro. A rallentare l’azione della Bce ci sta provando la Commissione europea che in primavera proporrà le sue linee guida per la riduzione dei crediti deteriorati. L’obiettivo annunciato è lo stesso, cioè arrivare alla pulizia dei bilanci. Ma, mentre le disposizioni della Bce sono immediatamente esecutive, le proposte di legge della Commissione hanno bisogno del sostegno degli Stati membri e dei parlamentari, un processo che richiede mesi o anni prima di arrivare a conclusione. Per una volta, tra Roma e Bruxelles in materia di banche si va d’accordo. Bene, purché alla fine non si ricada nella brace del passato.