A tavola da Baldini con Niccolò Manetti «La città vive una trasformazione epocale Noi 40 enni dobbiamo metterci la faccia»
«Il problema, nella competizione globale, è anche nei tempi: i tempi della politica spesso non combaciano con quelli del- l’impresa. Per questo ho apprezzato il vostro commento su come vadano “registrati” i calendari tra politica e scelte per lo sviluppo della regione (nella rubrica «Il punto» dell’ultimo numero di Corriere Imprese, ndr)». Se però a parlare di tempi e date è Niccolò Manetti, dirigente della Giusto Manetti Battiloro, il «peso» è maggiore. Perché l’azienda (o meglio il gruppo) di tempo ne ha visto scorrere. È attiva dal 1582, registrata alla Camera di commercio di Firenze dal 1820 (farà due secoli «ufficiali» tra tre anni). E pure la scelta del ristorante, la Trattoria Baldini di Porta al Prato, va in questa direzione.
«Ci vengo da quando ho 16 anni. Era tra la fabbrica in Ponte alle Mosse e gli uffici sul lungarno: ci venivamo tutti perché perdevamo poco tempo. Ci sono entrato con i pantaloni corti. Piena di fiorentini doc. Un tempo, il gotha della politica passava da qua, in modo bipartisan» spiega Manetti. Oggi si vedono passare sindacalisti e direttori d’orchestra, come Federico Maria Sardelli. «È comunque una trattoria di alta qualità, per i prodotti. Ma segue il cibo ed i tempi tradizionali, oltre che i costi. Ci si può trovare con le famiglie a mangiare la domenica, è chiusa di sabato. E come diceva mio padre, puoi lavorare 16 ore al giorno. Ma devi avere rispetto per il tempo, anche quando mangi». Si parte dal tempo, e dai tempi. Ma i tempi possono essere dettati dagli uomini. E lui, che oltre a essere al vertice della sua società, siede anche in Camera di commercio, Centro Firenze per la Moda Italiana, Polimoda e Pitti Immagine dopo un passato nella Banca Federico del Vecchio, si pone il problema della «governance» di Firenze. «Vedo un deficit generazionale, in questa città, nelle categorie economiche. Ma è un trend che sta cambiando» spiega Manetti. Che ha tenuto sotto tono il fatto che lui, a 45 anni, è già Commendatore. «C’è stata una generazione che non si è impegnata molto, non tanto nelle professioni — ci sono tantissimi bravi professionisti — ma nell’impegno civile. L’arrivo di Matteo Renzi, in politica, ha colmato questo gap, temporaneamente. Ma, nella società civile, il gap resta. Vuoi per la crisi — devi lavorare in azienda —, vuoi per la scarsa credibilità della politica». Una disaffezione che però ora va colmata, secondo l’imprenditore.
«Vedo che si sta mobilitando una nuova generazione. La sfida è trovare una comunità di intenti. Firenze è nel mezzo ad una trasformazione epocale: tramvia, aeroporto, il rilancio importantissimo del Polo fieristico. La città è diventata un centro turistico ambitissimo. La responsabilità dei miei coetanei e mia, per chi ha ruoli pubblici, è doppia. In vista del prossimo triennio». Cioè un triennio elettoralmente importante, per Firenze e la Toscana. L’instabilità politica, tra elezioni politiche il prossimo anno, nel capoluogo il prossimo con una vasta tornata di altre elezioni comunali, quelle regionali nel 2020, anche per Manetti sono un tema da affrontare. E mentre la politica si scontrerà per un triennio, c’è da almeno da mantenere un clima «proattivo, come dicono ora. Cioè positivo, innovativo, con la voglia di fare».
Manetti parla della sua associazione, Cna, a cui ha aderito lasciando Confindustria:
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