Corriere Fiorentino

Il Pd di Sesto: referendum sulla nuova pista

Il neo-segretario: io per il sì, ma serve una consultazi­one. «L’incenerito­re? Anche non a Case Passerini»

- Ceccarelli

«Un referendum sul potenziame­nto dell’aeroporto». È la svolta del neo segretario del Pd di Sesto, renziano doc, che frena anche sul termovalor­izzatore a Case Passerini.

«Facciamo un referendum sul potenziame­nto dell’aeroporto. E niente dogmi sulla localizzaz­ione dell’incenerito­re: non è detto che si debba fare a Case Passerini». A dirlo non è il sindaco di Sesto Lorenzo Falchi di Sinistra Italiana né un altro esponente del fronte anti-grandi opere nella Piana, ma il nuovo segretario del Pd sestese, renziano doc. La svolta apre una breccia tra i Democratic­i a livello metropolit­ano e regionale, da sempre schierati a favore delle due opere anche se nel tempo sono emersi importanti dissensi, come quelvoti lo del sindaco di Campi Emiliano Fossi che, insieme a Falchi, ha chiesto alla Regione di bloccare il termovalor­izzatore. Ma Stefano Gennai, neo-segretario del Pd di Sesto, eletto sabato con il 92% dei (era l’unico candidato, sostenuto da renziani e orlandiani), non sembra timoroso di irritare i vertici provincial­i e toscani del partito. La svolta sull’aeroporto l’ha addirittur­a messa nero su bianco nella sua «piattaform­a politico-programmat­ica», in cui invita a valutare «se questa nuova pista aumenterà in maniera significat­iva il rischio idrogeolog­ico per la zona interessat­a, se comporterà una frattura urbanistic­a che dividerebb­e la città in due parti, e soprattutt­o se metterà seriamente in pericolo l’esistenza del Polo scientific­o universita­rio». E considerat­i i continui slittament­i nella pubblicazi­one della Valutazion­e di impatto, spiega Gennai, «ci sarebbe tutto il tempo di approfondi­re le criticità e di fare una consultazi­one tra i cittadini, una cosa utile perché negli ultimi anni le politiche sulla Piana non sono state all’altezza di tenere il consenso della popolazion­e». Alreferend­um, che coinvolger­ebbe tutti i Comuni interessat­i dall’opera (Firenze, Campi, Prato), Gennai voterebbe sì, «dopo aver fatto tutti gli approfondi­menti richiesti». E del resto il neo segretario Pd non ha certo un profilo da pasdaran: è stato direttore generale di diversi Comuni, tra cui Sesto (dove negli anni ‘90 ha fatto anche l’assessore), è un ex Pci che all’ultimo congresso Pd è stato il coordinato­re della mozione Renzi a Sesto (vittoriosa con oltre l’82%). Eppure anche sul termovalor­izzatore la sua è una posizione da «diversamen­te renziano». «Io sono per fare l’impianto perché non mi convince il fatto che i nostri rifiuti siano trasportat­i e smaltiti in un’altra regione, inquinando per portarli lì e pagando per lasciarcel­i, mentre chi li ospita ci guadagna creando energia elettrica... E quando Falchi parla di “rifiuti zero” fa solo propaganda. Però della localizzaz­ione dell’impianto si può parlare». Una posizione che già il candidato sindaco Pd Lorenzo Zambini, poi sconfitto da Falchi, aveva fatto propria. La differenza oggi è che il destino dell’impianto è legato alla sentenza del Consiglio di Stato prevista per dicembre. «Vediamo cosa decide il Consiglio di Stato — dice Gennai — ma niente dogmi. Noi non ci impicchiam­o a Case Passerini».

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Stefano Gennai, neo-segretario del Pd

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