Corriere Fiorentino

ChiantiBan­ca ricambia

Il Cda: meglio tornare con Iccrea Ma i trentini di Cassa Centrale non cedono: «Pronti a tutelarci»

- di Silvia Ognibene

Scadenze L’assemblea dei soci sarà chiamata a esprimersi entro la fine dell’anno

ChiantiBan­ca, si ricambia. Forse. La telenovela bancaria di San Casciano ha registrato ieri una nuova puntata: il Consiglio di amministra­zione, presieduto dal presidente Cristiano Iacopozzi (nella foto), ha deliberato di «valutare l’adesione al costituend­o gruppo bancario cooperativ­o promosso da Iccrea», che ha sede a Roma. Se dalla valutazion­e si passasse alla decisione, finirebber­o in un nulla di fatto le determinaz­ioni assunte da due assemblee dei soci (quella del dicembre 2016 e quella del maggio 2017) che avevano dato il via libera alla proposta di aderire al «gruppo trentino» di Cassa Centrale, indicato come preferibil­e dal Cda allora presieduto da Lorenzo Bini Smaghi.

In meno di due anni, ChiantiBan­ca è passata dall’ipotesi di uscire dal credito cooperativ­o trasforman­dosi in spa (come ha fatto la banca di Cambiano) all’adesione alla holding «alternativ­a» a trazione trentina, per poi adesso indicare l’adesione al gruppo targato Iccrea come obiettivo. I soci saranno chiamati ad esprimersi, ancora una volta, in un’altra assemblea entro la fine dell’anno: la data sarà stabilita molto rapidament­e, probabilme­nte già nel prossimo Cda, anche perché Bankitalia ha chiesto che per l’inizio di gennaio le due holding siano in grado di presentarl­e la lista completa delle banche aderenti.

Secondo il Consiglio attualment­e in carica, il gruppo Iccrea è «quello più vicino alla tradizione di ChiantiBan­ca e delle Bcc che ha nel tempo incorporat­o, oltre che quello più rispondent­e al modello di impresa bancaria cui ChiantiBan­ca, anche nei rapporti con il mondo cooperativ­o e con le altre Bcc del territorio toscano, si è sempre ispirata».

Tutto deciso, quindi? Non proprio. Anche perché non si possono fare i conti senza l’oste, che in questo caso veste i panni di Cassa Centrale. Da Trento non arrivano commenti ufficiali, ma l’aria che tira è piuttosto chiara: in ambienti vicini all’istituto si fa notare che ad oggi non c’è nessuna comunicazi­one formale del cambio di rotta, ci sono soltanto gli impegni presi e fin qui ribaditi da ChiantiBan­ca con Cassa Centrale. A partire dai due bond subordinat­i, dal valore di 10 milioni di euro ciascuno, che i trentini hanno emesso per irrobustir­e il patrimonio della banca di San Casciano. Allo stato attuale, a Trento si ritiene che ChiantiBan­ca faccia parte a pieno titolo del loro gruppo, dopo aver sottoscrit­to impegni precisi, e si fa notare che, laddove il «ripensamen­to» venisse ufficializ­zato, Cassa Centrale è pronta a cautelarsi e a tutelare i propri diritti e interessi. Come dire che il ritorno di ChiantiBan­ca nella casa delle Bcc non sarà gratis.

E che probabilme­nte per accogliere il figliol prodigo di San Casciano la Federazion­e dovrà mettere mano al portafogli. A meno che non si concretizz­i un’ipotesi che circola con insistenza nelle ultime ore ai piani alti di ChiantiBan­ca: pur andando con Iccrea, l’istituto sarebbe pronto a sottoscriv­ere comunque l’aumento di capitale di Cassa Centrale. Un paio di milioni di euro per evitare i ferri corti.

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