Lo zaino, il telefono sparito, la lite Tutti i misteri ancora da chiarire
Nella ricostruzione degli amici rimangono quattordici minuti di buco
Quattordici minuti. Un buco di quattordici minuti nella serata della ragazza aggredita al parco dell’Ambrogiana sabato mattina. È in quell’arco di tempo che si stanno concentrando le indagini della Procura che sta coordinando il lavoro della squadra mobile e del Commissariato di Empoli. Dai tabulati sembra che l’ultima telefonata ricevuta dalla ragazza sia delle 6.21. Il corpo verrà ritrovato alle 6,35. Che cosa è successo dopo che lei è uscita dalla disco?
Il litigio
Gli amici raccontano che la ragazza, dopo aver intravisto in discoteca l’ex che aveva interrotto la relazione con lei qualche mese fa, sarebbe scoppiata in lacrime e avrebbe avuto una crisi isterica. In quel momento lei sarebbe scappata fuori, urlando contro l’ex e la ragazza che era con lui. Gli amici avrebbero tentato di fermarla, ma lei, forse un po’ su di giri per aver bevuto, non sente ragioni: 0,7 il suo tasso alcolemico trovato nel sangue. L’avrebbero seguita nel parco, dove sono poi rimasti alcune ore. Da questo momento in poi non si capisce bene cosa sia accaduto. Forse lei chiede di rimanere sola, seduta sul muretto. Tre amici vanno a piedi verso la strada principale, all’altezza delle scuole medie. Il maggiorenne, va a prendere l’auto. Lei è sola. Non si sa se lei sia scappata oppure no.
Il buco temporale
Alle 6.21 la ragazza parla al telefono con l’amica. «Che cosa stai facendo?», avrebbe detto la vittima stando al racconto della giovane poi sentita. Dov’è lei quando risponde? È in compagnia di qualcuno? L’unica cosa certa, confermata anche da testimoni, è che a quell’ora gli amici della ragazza sono sulla strada tra la discoteca e il parco dove verrà ritrovata la ragazza in una pozza di sangue. Circa alle 6,15 circa un testimone racconta di aver sentito un urlo, di essersi affacciato alla finestra e di aver visto qualcuno andare via.
Il cellulare
Dopo la telefonata delle 6,21 il telefono della ragazza non dà più segni di vita. Il padre dice di aver provato a farlo squillare sabato in tarda mattinata ma di aver sentito un solo squillo prima che partisse la segreteria telefonica, come se il telefono si fosse scaricato. La ragazza ha detto di aver lasciato il telefono nello zainetto ma quel telefono è sparito.
Lo zaino
Quando la diciassettenne viene ritrovata sabato mattina è senza scarpe e senza zainetto. All’inizio si pensa a un’aggressione a scopo di rapina o a un tentativo di aggressione a scopo sessuale. Ma poi dalle testimonianze degli amici con cui ha trascorso la serata — amici che quella mattina stessa si presenteranno al commissariato per denunciare la scomparsa dell’amica — la storia sembra prendere un’altra piega. Lo zaino verrà ritrovata da un passante nel parco assieme ai soldi e alle scarpe. L’uomo lo porta alla stazione lasciandolo nei pressi della stazione degli autobus.
L’arma
La ragazza presenta diverse ferite alla testa: una frattura al cranio, una frattura all’orbita oculare, e diversi ematomi. Quale arma abbia usato l’aggressore non è ancora chiaro. Probabilmente non è il martello ritrovato nel parco, visto che non sembrano esserci tracce di sangue. Martello che sarebbe stato perso da un operaio nei giorni precedenti. Saranno comunque gli accertamenti della scientifica a escluderlo con certezza. Potrebbe essere stata una pietra. Non si esclude che la ferita alla testa possa essere stata provocata anche da una caduta.