Lavoro e appalti, il modello «anti Piana» di Bagno a Ripoli
BAGNO A RIPOLI Più certezze per i lavoratori che a volte si trovano a dover pagare le conseguenze degli scontri legali e degli avvicendamenti di imprese negli appalti pubblici. È l’obbiettivo del protocollo di intesa firmato ieri da Comune di Bagno a Ripoli e da Cgil, Cisl e Uil con l’obbiettivo di contrastare il ricorso al lavoro non di qualità, non rispettoso delle applicazioni dei contratti collettivi di lavoro. «L’accordo — dice il sindaco Francesco Casini — contiene misure importanti e concrete come la responsabilità solidale per la continuità del lavoro alle persone o la realizzazione delle “white list” per l’individuazione delle aziende “sane”. Così si promuovono qualità del lavoro, trasparenza negli appalti, legalità e sicurezza sul posto di lavoro. Non guardando al passato o con il ritorno all’ideologia». Il riferimento è all’accordo tra i sindaci di Sesto, Campi e Signa per re-introdurre l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, abolito dal Jobs Act, per i lavoratori dell’azienda pubblica che gestisce le mense della Piana. La parola d’ordine di Bagno a Ripoli, primo Comune dell’area fiorentina a firmare un protocollo del genere con i sindacati, è insomma concretezza, andiamo oltre le bandierine politiche. (P.C.)