Corriere Fiorentino

Che succede nel secondo tempo?

Da applausi nel primi 45 minuti, impaurita nella ripresa: la Fiorentina dopo l’intervallo si trasforma Per Pioli è un problema di testa, ma anche forma e tasso tecnico incidono: se non va a mille la squadra è vulnerabil­e

- Leonardo Bardazzi

Bella all’inizio, goffa alla fine. Il fatal intervallo spesso cambia in peggio le partite viola, soprattutt­o quando i viola si trovano a dover gestire il vantaggio. Chiedersi il perché di questa Fiorentina dottor Jekyll e mister Hyde è il minimo. Che sia un problema di condizione fisica? Oppure sempliceme­nte una debolezza di una squadra giovane e quindi ancora immatura?

Di sicuro chiudersi a riccio e cavarsela inserendo difensori e mediani in serie non sembra una soluzione adatta per risolvere il problema alla radice: al massimo può servire per strappar punti ad avversari modesti e con attacchi spuntati come quello dell’Udinese. «C’è presa l’ansia», dice Stefano Pioli. La seduta di psicanalis­i viola dunque può cominciare. Per l’allenatore (che il 20 novembre riceverà il «Giglio d’oro» insieme al ciclista Nibali) il problema non sta nelle gambe, ma nella testa. Certo, i fantasmi di Verona annebbiava­no ancora i pensieri dei viola in campo, ma un comportame­nto simile si era visto anche con Bologna e perfino (al netto dei disastri di Pairetto) Atalanta. C’è qualcosa in più insomma della semplice pressione dovuta dalla necessità di vincere per dimenticar­e il Chievo. La Fiorentina (che ieri attraverso il presidente Cognigni si è dichiarata «soddisfatt­a» anche per il nuovo statuto in Lega) è una squadra che fatica a gestire la partita. In queste sessioni di mercato ha perso illustri palleggiat­ori e li ha sostituiti con giovani di belle speranze o con giocatori con altre caratteris­tiche (vedi Veretout, guerriero di centrocamp­o ma dai piedi non proprio educati). Normale dunque che certi difetti vengano a galla proprio nel momento in cui servirebbe gestire il palleggio e far girare gli avversari a vuoto. Il tasso tecnico ridotto poi, porta la squadra a dover correre all’impazzata per rendere al meglio. In sostanza, Chiesa e compagni solo andando a tutta birra riescono a dar fastidio agli avversari. Altrimenti diventano vulnerabil­i. Con il passare delle settimane la cosa potrebbe migliorare almeno un po’ (la condizione fisica non è ottimale), nel frattempo Pioli proverà a tamponare gli affanni con la difesa a tre e qualche cambio stile Thereau/Sanchez. Nei difetti comunque ci sono anche i pregi, e neppure loro vanno sottovalut­ati. Il gioco viola infatti inizia a farsi vedere per davvero. Gli incroci continui tra le punte e la posizione più arretrata di Benassi hanno prodotto imprevedib­ilità e azioni gol in serie (anche due pali). La squadra in campo sa quello che vuole e non è un caso che Pioli insista quasi esclusivam­ente sugli stessi undici giocatori. Poi c’è il fattore grinta. L’entusiasmo di questa Fiorentina Millennial­s resta contagiant­e. Simeone per esempio segna poco ma si batte come un leone, ma in generale l’atteggiame­nto dei viola in campo fa capire che nessuno, nello spogliatoi­o, si è rassegnato a un ruolo da comprimari­o in questa serie A. E questa, per Pioli, è la notizia migliore possibile.

 ??  ?? Stefano Pioli contro l’Udinese ha vinto la sua terza partita sulla panchina della Fiorentina Solidariet­à «L’ultimo video? Troppe emozioni, non ce l'ho fatta a vederlo» Sportiello insieme a Biraghi e Patrizia Caccamo delle Women’s ha percorso a Milano...
Stefano Pioli contro l’Udinese ha vinto la sua terza partita sulla panchina della Fiorentina Solidariet­à «L’ultimo video? Troppe emozioni, non ce l'ho fatta a vederlo» Sportiello insieme a Biraghi e Patrizia Caccamo delle Women’s ha percorso a Milano...

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