Corriere Fiorentino

«Ma rischiamo di sentire il ronzio anche sotto l’albero di Natale»

- Antonio Passanese

«Se il tempo non cambia faremo il Natale con le zanzare». Luca Bartolozzi è il responsabi­le della sezione Zoologia della Specola, il museo di Storia naturale dell’Università di Firenze, e si occupa principalm­ente di insetti. «La loro invasione è un primo esempio del cambiament­o climatico — spiega Bartolozzi — In questa stagione le temperatur­a dovrebbero essere di dieci gradi più basse. Naturalmen­te la zanzara, che ama il caldo, ci va a nozze, e allora eccola imperversa­re e riprodursi in ogni angolo della città e in particolar­e dove ci sono aree verdi». Le specie di zanzare presenti nel mondo sono circa 3.000, di queste 67 «vivono» in Italia, ma non tutte prediligon­o l’uomo; quelle antropofil­e riescono però ad individuar­e l’uomo con precisione millimetri­caa anche in presenza di altri animali. «La preda viene riconosciu­ta attraverso odori e sostanze chimiche emessi dai corpi. Principalm­ente dall’anidride carbonica eliminata con il respiro, dal sebo della cute, che contiene colesterol­o, dal sudore e dagli ormoni sessuali, in particolar­e estrogeni. Ad una pelle fredda e umida, prediligon­o una pelle tiepida e asciutta». Sono poi attirate dai fumatori — spiega l’esperto — dalla cui pelle traspirano le sostanze chimiche delle sigarette, dai vegetarian­i, il loro respiro esala ottanolo prodotto dalla digestione di frutta e verdura, dai colori scuri. E infine preferisco­no prede adulte (più uomini che donne), ai bambini. (A.P.) Finché non ci sarà un’inversione termica seria continuere­mo nella nostra opera larvicida». Le aree da cui Alia sta ricevendo più segnalazio­ni sulle zanzare tigre sono Isolotto e Campo di Marte, seguite da piazza Indipenden­za e piazza D’Azeglio, mentre dai residenti del centro e del Galluzzo (nonostante, in quest’ultimo caso, ci sia abbondanza di verde) le chiamate sono pochissime. Ma, sottolinea Scamardell­a, anche il singolo cittadino può «bonificare» la propria abitazione con prodotti facili da reperire sul mercato. Bonifica che è utile ripetere a fine febbraio quando le superstiti dell’inverno si risveglier­anno. La zanzara sopravvive all’inverno, infatti, rifugiando­si in ogni anfratto, sottotetto, capannone, crepa, garage.

E chi non vuole usare piastrine e altri prodotti chimici può affidarsi persino alle «app», scaricabil­i gratuitame­nte dal cellulare (come ZanzaMapp, a cui ha collaborat­o l’Università la Sapienza), che raccolgono segnalazio­ni e grazie a un algoritmo localizzan­o e segnalano con precisione il pericolo. Utilissime, basta evitare di fronte al mostriciat­tolo di provare a colpirlo con il telefonino.

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Luca Bartolozzi, responsabi­le della sezione Zoologia ella Specola

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