«Ma rischiamo di sentire il ronzio anche sotto l’albero di Natale»
«Se il tempo non cambia faremo il Natale con le zanzare». Luca Bartolozzi è il responsabile della sezione Zoologia della Specola, il museo di Storia naturale dell’Università di Firenze, e si occupa principalmente di insetti. «La loro invasione è un primo esempio del cambiamento climatico — spiega Bartolozzi — In questa stagione le temperatura dovrebbero essere di dieci gradi più basse. Naturalmente la zanzara, che ama il caldo, ci va a nozze, e allora eccola imperversare e riprodursi in ogni angolo della città e in particolare dove ci sono aree verdi». Le specie di zanzare presenti nel mondo sono circa 3.000, di queste 67 «vivono» in Italia, ma non tutte prediligono l’uomo; quelle antropofile riescono però ad individuare l’uomo con precisione millimetricaa anche in presenza di altri animali. «La preda viene riconosciuta attraverso odori e sostanze chimiche emessi dai corpi. Principalmente dall’anidride carbonica eliminata con il respiro, dal sebo della cute, che contiene colesterolo, dal sudore e dagli ormoni sessuali, in particolare estrogeni. Ad una pelle fredda e umida, prediligono una pelle tiepida e asciutta». Sono poi attirate dai fumatori — spiega l’esperto — dalla cui pelle traspirano le sostanze chimiche delle sigarette, dai vegetariani, il loro respiro esala ottanolo prodotto dalla digestione di frutta e verdura, dai colori scuri. E infine preferiscono prede adulte (più uomini che donne), ai bambini. (A.P.) Finché non ci sarà un’inversione termica seria continueremo nella nostra opera larvicida». Le aree da cui Alia sta ricevendo più segnalazioni sulle zanzare tigre sono Isolotto e Campo di Marte, seguite da piazza Indipendenza e piazza D’Azeglio, mentre dai residenti del centro e del Galluzzo (nonostante, in quest’ultimo caso, ci sia abbondanza di verde) le chiamate sono pochissime. Ma, sottolinea Scamardella, anche il singolo cittadino può «bonificare» la propria abitazione con prodotti facili da reperire sul mercato. Bonifica che è utile ripetere a fine febbraio quando le superstiti dell’inverno si risveglieranno. La zanzara sopravvive all’inverno, infatti, rifugiandosi in ogni anfratto, sottotetto, capannone, crepa, garage.
E chi non vuole usare piastrine e altri prodotti chimici può affidarsi persino alle «app», scaricabili gratuitamente dal cellulare (come ZanzaMapp, a cui ha collaborato l’Università la Sapienza), che raccolgono segnalazioni e grazie a un algoritmo localizzano e segnalano con precisione il pericolo. Utilissime, basta evitare di fronte al mostriciattolo di provare a colpirlo con il telefonino.