Simulavano incidenti con le controfigure: 77 indagati per frode
Un medico, un carrozziere, un perito assicurativo e un artigiano albanese. Sarebbero loro i quattro al vertice di un’organizzazione dedita ad inscenare falsi incidenti stradali, con tanto di comparse, perizie e certificati medici fasulli, per ottenere risarcimenti e così truffare le assicurazioni. Nell’arco di quattro anni, tra il 2012 e il 2015, grazie a una fitta rete di collaboratori, avrebbero messo in atto 51 frodi al fine di ottenere rimborsi per i danni ai veicoli e liquidazione di quelli alle persone, per un ammontare di 260 mila euro. Per quegli incidenti, in realtà mai accaduti, la Procura ha notificato l’avviso di conclusione indagini a settantasette persone, accusate a vario titolo di associazione per delinquere, concorso in frode e tentata estorsione. L’inchiesta dei carabinieri è partita da una denuncia per tentata estorsione presentata da un ragazzo kosovaro nei confronti di tre connazionali. Il giovane avrebbe dovuto saldare un debito di 3.000 euro ma si era visto minacciare di morte se non ne avesse pagato fino a 8.000. E, quando non erano andate a buon fine le intimidazioni, alla sua compagna aveva raccontato di essere stato aggredito a calci e pugni a Greve in Chianti. Da lì le indagini si sono estese fino a scoprire il giro d’affari attorno ai falsi incidenti stradali. Al vertice della presunta organizzazione, c’erano il carrozziere Alessio Lazzerini, l’assicuratore Giuseppe Caia, il medico legale Cataldo De Gaudio e Lavdi Bekshiu che si sarebbe occupato di arruolare, dietro compenso, persone per interpretare automobilisti e vittime dei falsi scontri e procacciare le automobili danneggiate e ormai ferme, ma comunque coperte da assicurazione. Sceglievano, secondo quanto emerso, quasi sempre le stesse strade come scenario degli incidenti e c’erano sempre testimoni pronti a raccontare la dinamica e a indicare il responsabile. Ma, in realtà, nessuno si era fatto male né c’erano auto danneggiate. Qualche volta, invece, di fronte a un lieve tamponamento tra vetture venivano denunciati danni per decine di migliaia di euro. Grazie alle complicità dei medici indagati, i presunti conducenti dei mezzi coinvolti ottenevano documentazione medica fasulla relativa alle presunte lesioni riportate negli scontri. Tutto era confermato, secondo le indagini, dal perito assicurativo. Tra gli indagati c’è anche un avvocato fiorentino, al quale sono contestate due truffe, una tentata e una consumata. Ci sono anche un medico fiorentino e uno pratese che avrebbero diagnosticato fratture e colpi di frusta per rendere plausibili i falsi incidenti. Tra le compagnie assicurative truffate, la Unipol Sai, Cattolica, Fondiaria, Helvetia e AXA.
Accuse In quattro anni 51 episodi e rimborsi per 260 mila euro