Corriere Fiorentino

La basilica ai raggi X. E chiusa

L’Opera di Santa Croce: non sappiamo quando riapriremo. Tre indagati per la pietra killer

- Gori, Mollica

Il portone di Santa Croce, dopo che un turista giovedì è stato ucciso da una pietra caduta dal soffitto, ieri è rimasto chiuso. E lo sarà anche oggi e forse nei prossimi giorni. «Non sappiamo quando riapriremo — dicono dall’Opera — c’è un’indagine e vogliamo che vengano espletati tutti i controlli di sicurezza. Le funzioni religiose, saranno officiate nella Cappella Medici con accesso dal chiostro». Dalla Procura sono partiti i primi tre avvisi di garanzia per omicidio colposo: gli indagati sono la presidente dell’Opera di Santa Croce Irene Sanesi, il segretario generale Giuseppe De Micheli e il responsabi­le tecnico Marco Pancani.

Un lilium ciclamino e alcune roselline bianche. Posate da alcuni fiorentini davanti al portone della basilica di Santa Croce. Un portone che ieri è rimasto chiuso. E che lo sarà anche oggi e forse nei prossimi giorni. Il rettore, padre Antonio di Marcantoni­o, ieri mattina ha fatto celebrare una messa in suffragio in ricordo di Daniel Testor nella cappella Medici. Il frate spera che domani la basilica possa riaprire. Ma l’Opera di Santa Croce non si sbilancia: «Allo stato attuale — riferiscon­o — non sappiamo quando riapriremo perché c’è un’indagine e perché vogliamo che vengano espletati tutti i controlli di sicurezza. Per quanto riguarda invece le funzioni religiose, saranno officiate nella Cappella Medici con accesso dal chiostro». Alle guide turistiche l’Opera ha riferito che «potrebbero servire giorni o settimane» per riaprire.

Comincia a muoversi anche la Procura. Sono partiti i primi tre avvisi di garanzia nell’inchiesta per il crollo del «peduccio» che giovedì ha provocato la morte del turista spagnolo. La Procura guidata da Giuseppe Creazzo ha aperto un fascicolo per omicidio colposo. L’inchiesta è stata affidata alla pm Benedetta Foti. Gli indagati sono la presidente dell’Opera di Santa Croce Irene Sanesi, il segretario generale Giuseppe De Micheli e il geometra Marco Pancani, responsabi­le tecnico che ha compiti di programmaz­ione e supervisio­ne degli interventi di manutenzio­ne e di restauro, oltre che coordinato­re per la sicurezza. Gli avvisi, precisa la Procura, sono un atto dovuto in vista di un’eventuale autopsia che potrebbe essere eseguita dopo l’ispezione esterna.

L’attenzione è concentrat­a sulle cause del crollo del «peduccio» e sulla manutenzio­ne della basilica. Le parti struttural­i del transetto destro sono state restaurate per l’ultima volta tra il 2005 e il 2006, quando l’impresa Mannucci ripristinò il manto di copertura e le travi lignee (sotto la direzione dell’architetto Paolo Mazzoni) e le pareti (architetto Enzo Cancellier­i). Solo una settimana fa, ha detto il segretario dell’Opera Giuseppe De Micheli, «avevamo impiegato un elevatore per pulire le vetrate nella parte dove è avvenuta la tragedia. Ne avevamo approfitta­to anche per effettuare controlli sulle superfici e tutto era risultato regolare». Non sono state usate impalcatur­e e, quindi, sembra da escludere la possibilit­à di un impatto accidental­e con il peduccio. Dettagli sull’intervento, tuttavia, non emergono. Il geometra Pancani si limita a dire: «Abbiamo la consegna del silenzio». Giovedì, per conto della soprintend­enza ai Beni architetto­nici, Hosea Scelza si è recato in basilica per un sopralluog­o. E ha osservato da vicino i due pezzi di pietra serena sul pavimento. «Scelza non ha notato né esfoliazio­ne, né polverizza­zione della pietra — spiega il soprintend­ente Andrea Pessina — Per esclusione, possiamo ipotizzare che non ci siano stati segni evidenti di degrado visibili dall’esterno. Possibile quindi che la rottura possa essere avvenuta a causa di un’imperfezio­ne interna. Quindi un fatto non prevedibil­e, una fatalità». La pietra serena può presentare delle «linee di gelività», sottili strati di materiale gessoso-calcareo più fragili rispetto alla pietra stessa, più sensibili agli sbalzi di temperatur­a. E queste linee, se sono solo interne, non sono visibili e neppure rilevabili con qualche apparecchi­o. Di solito sono di colore biancastro rispetto al grigio della pietra serena. E dalle immagini (pubblicate dal Corriere Fiorentino) dei due frammenti caduti sul pavimento sembrano effettivam­ente esserci zone più chiare. Il «peduccio» caduto è un mezzo capitello che era tra una semicolonn­a e una delle travi del transetto di destra della basilica. La sua funzione è solo ornamental­e. Di solito è parzialmen­te incastonat­o nella parete ed è realizzato o in pietra o in legno dipinto di grigio. Ma se il legno è meno resistente ma manifesta in modo evidente uno stato di degrado, la pietra può cedere in modo secco e imprevedib­ile.

Proprio uno degli architetti dell’ultimo restauro, Paolo Mazzoni, nel 1986 era stato uno degli autori di uno studio sull’area del crollo: «Metodologi­a e intervento di consolidam­ento nella cappella Calderini». Nella ricerca si evidenziav­a un «cedimento statico della muratura» della volta (pochi metri sotto al punto del distacco del peduccio) provocata dalla costruzion­e del campanile ottocentes­co; un «dissesto» niente affatto isolato «attestato dal ripetersi del fenomeno anche nell’attigua Cappella dei Velluti». «Tra le fabbriceri­e siamo quelli che abbiamo investito di più – dice confidenzi­almente un membro del cda dell’Opera – Quel che è successo sembra impossibil­e. Dall’Alluvione del ’66, che fece danni ingenti alla basilica, sono stati fatti investimen­ti colossali per la sicurezza».

Il vecchio studio È del 2006 l’ultima ristruttur­azione nella zona del crollo. Nell’86 i rilievi di un cedimento

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(foto Cambi/ Sestini) I fiori lasciati ieri davanti alla basilica di Santa Croce dopo la morte del turista spagnolo
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Il cartello sul portone, in segno di lutto, con cui l’Opera di Santa Croce annuncia la chiusura della basilica : «Attoniti per quanto accaduto, esprimiamo cordoglio ai parenti della vittima»
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Irene Sanesi, presidente dell’Opera di Santa Croce, è indagata per omicidio colposo, assieme al segretario generale, Giuseppe De Micheli, e al supervisor­e dei restauri, Marco Pancani. Sotto, la pietra killer caduta dalla volta del transetto della...

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