Corriere Fiorentino

RENZI E BERLUSCONI ALLA PROVA FIRENZE

- Paolo Ermini

Riuscirà il direttore del Foglio Claudio Cerasa nell’impresa di definire nella due giorni di oggi e domani a Firenze quell’area politica della «responsabi­lità» dalla quale secondo il suo disegno dovrebbe scaturire il governo del Paese dopo le elezioni della prossima primavera?

I «Foglianti» non hanno lesinato energie nell’organizzaz­ione della loro festa. A Palazzo Vecchio, Salone dei Cinquecent­o, ci sarà una platea da grandi occasioni, e dallo stesso palco, ma non insieme, parleranno Berlusconi, Renzi e due possibili candidati (oltre allo stesso Renzi) alla prossima guida di Palazzo Chigi, più il vicepresid­ente del Csm Giovanni Legnini: il ministro dell’Interno Marco Minniti (Pd) e il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani (Forza Italia).

L’happening nasce sotto una buona stella, visto che chiuderà una settimana piena di eventi, ma anche di domande inevase. E l’occasione per ottenere qualche risposta è preziosa. Però, se la coppia Cerasa & Ferrara vorrà davvero dare forma al polo trasversal­e della «responsabi­lità» dovrà in qualche modo fare i conti con le dure reazioni seguite alla mozione parlamenta­re voluta da Renzi contro il governator­e di Bankitalia, bollata da più parti come inopportun­a e, appunto, irresponsa­bile, se non addirittur­a eversiva.

L’intento di Renzi è apparso chiaro. Dopo mesi di silenzi e cautele, il segretario del Pd ha voluto riscommett­ere sulla sua figura originale: quella del rottamator­e che sta dalla parte dei cittadini, a costo di rompere con una parte importante dell’establishm­ent, entrando perfino in rotta di collisione con il Quirinale. Per alcuni osservator­i Renzi si è avventurat­o in una pericolosa rincorsa elettorale del grillismo. Fatto è che per la prima volta dopo molti mesi l’ex premier ha costretto i Cinquestel­le a giocare in difesa, preoccupat­i di perdere la primogenit­ura della battaglia sulle banche. Ora però Renzi dovrà conciliare i propositi da neo rottamator­e con un programma di cambiament­o serio e credibile per l’Italia, capace anche di trovare consensi in Europa.

Parallelam­ente, Silvio Berlusconi deve tentare il recupero dell’Italia moderata, pur continuand­o a ribadire la volontà di presentars­i agli elettori con al fianco un alleato poco a incline alla moderazion­e come Matteo Salvini.

Sia Renzi che Berlusconi promettono una campagna elettorale «corpo a corpo» tra centrosini­stra e centrodest­ra, in modo da fare il pieno di consensi, ma entrambi sanno che, sparito il sistema elettorale maggiorita­rio, potrebbe toccare proprio a loro il compito condiviso di dare un governo al Paese, visto che i grillini rifiutano intese con chicchessi­a. Le critiche rivolte dal leader di Forza Italia al governator­e Visco nel bel mezzo della bufera scatenata da Renzi potrebbero essere qualcosa di più significat­ivo di un convergenz­a occasional­e. Oggi sapremo se i tessitori del Foglio ci avranno visto la riprova di quel «populismo buono» e bipartisan che potrebbe far da mastice di una maggioranz­a diversa sbarrando la strada ai «populismi distruttiv­i». Più difficilme­nte Firenze scalderà il cuore dei rigoristi convinti...

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