«Subito un vertice sui monumenti a rischio»
La mappa delle competenze e delle spese di manutenzione L’idea del soprintendente: vertice sui monumenti a rischio
«Occorre più cultura della manutenzione quotidiana, dei piccoli ma necessari interventi», ha detto l’ex sovrintendente Cristina Acidini al Corriere Fiorentino e più che l’entità delle risorse — che certo potrebbe essere maggiore — sembra essere questo il nodo della questione. Specie di fronte ad un patrimonio artistico e monumentale e religioso sterminato, al museo a cielo aperto di Firenze e di mezza Toscana.
A Firenze su chiese, basiliche, monumenti, palazzi, musei, intervengono più soggetti, dall’Opera del Duomo, di Santa Croce, di Santa Maria Novella, di San Lorenzo, al ministero dell’interno attraverso il Fondo per gli edifici di culto; dal Comune alle fondazioni o ai privati. Ed un censimento di quanto viene speso in restauri e manutenzioni e del numero degli interventi è praticamente impossibile, anche se tutti devono avere l’autorizzazione sono sorvegliati dalla sovrintendenza. «Negli ultimi 15 anni l’intero complesso di Santa Croce è stato messo in sicurezza, restaurato, monitorato costantemente in ogni sua parte — ha detto Giuseppe De Micheli, segretario generale dell’Opera di Santa Croce dal 2000 — Si può tranquillamente dire che Santa Croce sia un cantiere permanente». Una situazione simile vale per il Duomo o per Santa Maria Novella che dopo gli imponenti lavori di restauro alla basilica finanziati dallo Stato per il Giubileo del 2000 ha visto l’introduzione del biglietto di ingresso proprio per finanziare manutenzioni ed altri restauri. L’Opera di Santa Croce dal 2002 ad oggi ha speso 15 milioni di euro nel restauro complessivo di tutte le parti della basilica e nel frattempo ha accolto circa 12 milioni di visitatori.
La fabbriceria più ricca è senza dubbio quella di Santa Maria del Fiore che ha anche la proprietà di Duomo, Battistero e Campanile di Giotto, non solo la gestione, e che nel 2016 ha contato su un bilancio di 88 milioni di euro (19 arrivano solo dai biglietti), un utile di oltre 4 milioni ed ha oltre 130 dipendenti e che dopo il lungo restauro della facciata e quello decennale degli affreschi della cupola ha reamo il Grande Museo dell’Opera del Duomo. Solo nel 2016 l’area restauri si occupa della manutenzione ordinaria e dei restauri di cattedrale, campanile e Battistero ha monitorato 21.000 metri quadri, ne ha restaurati 4.900 ed eseguito manutenzioni su 9.000 metri quadri.
Anche Palazzo Vecchio interviene in prima persona per la tutela e la manutenzione di chiese e conventi di sua proprietà, dalla Santissima Annunziata a San Giovannino degli Scolopi, da Santo Spirito al Carmine, da San Carlo dei Barnabiti al convento di Santa Maria Novella, compresi i grandi spazi lasciati liberi dalla scuola sottufficiali dei Carabinieri dopo il trasloco a Castello un anno fa. «Sono 12 gli edifici di culto sui quali il Comune ha competenza e su di essi i controlli proseguono in maniera costante, come in passato. Gli interventi di manutenzioni li facevamo e continuiamo a farli — spiega la vicesindaco Cristina Giachi, alla quale Nardella ha delegato di seguire da vicino tutti gli sviluppi post crollo in Santa Croce — Sulle manutenzioni ordinarie abbia-
Pessina Entro i primi mesi del 2018 perderò per pensionamento venti persone, il 15 per cento degli addetti e se va bene ne entreranno quattro
un investimento di 280.000 euro, mentre sugli interventi più importanti abbiamo stanziato 12 milioni da qui al 2020, in base ad un programma triennale che prevede ad esempio il restauro delle coperture del Carmine e la messa in sicurezza della cupola di Santo Spirito, nonché restauri complessivi delle chiese cittadine, oltre a più di un milione di euro stanziati per la messa in sicurezza di affreschi dopo gli eventi atmosferici». I 12 milioni di euro comprendono 1,7 milioni arrivati grazie all’art bonus, una fonte di finanziamento imporlizzato tante anche per la sovrintendenza. «Le risorse non sono mai abbastanza, anche professionali ed umane non solo economiche — afferma Andrea Pessina, soprintendente per Firenze, Prato e Pistoia — ma rispetto ad un passato anche recente la situazione sui finanziamenti è migliorata». Per questo Pessina organizzerà a breve «un briefing con tutti i soggetti coinvolti nella tutela e manutenzione dei principali beni culturali a Firenze, per individuare le situazioni di maggior criticità sulle quali intervenire con urgenza». E aggiunge: «Noi sorvegliamo e autorizziamo tutti gli interventi sul patrimonio monumentale ed artistico, sia pubblici che privati, con anche sopralluoghi sui cantieri dei nostri funzionari o tecnici, e abbiamo una nostra direzione lavori per gli interventi che facciamo direttamente o per le progettazioni o direzioni lavori che eseguiamo su richiesta dei Comuni o di altri soggetti: spendiamo così 4 milioni l’anno in lavori». Tra i progetti più recenti, spiega Pessina, quello per il restauro del campanile di San Lorenzo o per il restauro dopo i danni del maltempo all’abbazia di San Giusto a Carmignano, e se sui fondi il soprintendente è tutto sommato soddisfatto, sul personale molto meno: «Entro i primi mesi del 2018 perderò per pensionamento 20 persone, il 15% degli addetti e se va bene ne avrò solo 3 o 4 nuovi. E mi mancano 5 architetti e 4 storici dell’arte, cioè il 40% di questo tipo di professionisti.. È un’emorragia».
La vicesindaca Palazzo Vecchio è responsabile della tutela di dodici edifici di culto. Su di essi i controlli sono costanti, 12 i milioni stanziati