Corriere Fiorentino

Domande a bruciapelo «Non ce l’abbiamo con le banche, ma è meglio Gandhi»

- G.S.

Altro che Carlo Azeglio Ciampi, la Rotonda dell’Ardenza va intitolata a Gandhi, o a Sandro Pertini, perché «loro sì che hanno avuto a cuore il rapporto con i cittadini». Perché per il Movimento Cinque Stelle di Livorno l’ex presidente della Repubblica è «l’uomo delle banche» o «l’espression­e massima dei poteri forti che hanno comandato in Italia tra gli anni ’80 e ’90». E allora, se proprio si deve intitolare una piazza a qualcuno, perché non pensare a Gandhi, come propone il consiglier­e grillino Francesco Bastone? Il fatto è che per i consiglier­i comunali del M5S Ciampi ha rappresent­ato «l’establishm­ent», «l’alta finanza», «il sistema bancario», «la moneta unica». E via con la storia in salsa grillina della Banca d’Italia, l’incarico di Ciampi come ministro del Tesoro e l’ingresso nel Sistema Monetario Europeo che ci ha portato al «baratro attuale». Il gruppo Bilderberg o la massoneria non vengono mai nominate, ma insomma poco ci manca. «Ciampi rappresent­a una politica che ha tutelato più le banche stesse che i cittadini» dice il capogruppo M5S Marco Galigani a cui si accodano altri consiglier­i. «Ciampi è stato un uomo onesto e corretto — aggiunge Bastone, di profession­e ingegnere — ma delle due l’una: o è stato il factotum di poteri forti dell’alta finanza o un inetto». Ma allora nessuno deve occuparsi di banche, pena di essere tacciato come servo dei poteri forti? «Certo, ma non così — risponde la consiglier­a Alessandra Rossi — Dipende dalle scelte che si fanno e lo diciamo dai tempi in cui facevamo i banchetti in piazza: non si può mettere davanti l’interesse delle banche a quello dei cittadini». E allora che fare? «Va sdoppiata la parte finanziari­a da quella creditizia — conclude Galigani — io comunque delle banche mi fido, lo scriva mi raccomando». Non è il solo: nessuno tra i consiglier­i M5s tiene i risparmi sotto al materasso. «Certo che ho il conto in banca — dice Rossi — come tutti del resto...».

Accuse e imbarazzi «Sono cose che diciamo da sempre...» «Il conto? Certo, lo abbiamo tutti»

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