Corriere Fiorentino

Nuovo stadio a tempi stretti

Il presidente viola Cognigni: «Mercafir necessaria, le scadenze non dipendono da noi» Il Comune ribadisce: al lavoro per rispettarl­e. Le difficoltà del club nel reperire partner finanziari

- Leonardo Bardazzi

Verso Benevento La squadra giocherà con la divisa azzurra Confermati gli undici di domenica scorsa

Il nuovo stadio «è un’assoluta necessità», ma «i tempi non dipendono da noi». Alla Fiorentina serve anche «un centro sportivo per i giovani», mentre Chiesa resterà perché «ha rinnovato il contratto a inizio stagione e in sei mesi non può aver cambiato idea».

A Palazzo Vecchio, a margine del convegno sullo sport responsabi­le (a cui hanno partecipat­o Renzo Ulivieri, il patron del Bisonte Azzurra Volley Di Filippo e i massimi dirigenti di tutto lo sport fiorentino), Mario Cognigni parla di Mercafir e futuro viola, di Della Valle e di Chiesa. Ma è la frase sulle scadenze per il nuovo stadio a fare notizia: «Il nostro impegno

 Ci serve un centro sportivo per i giovani, stiamo cercando un’area adatta Chiesa? Ha rinnovato da poco, in 6 mesi non si cambia idea

non è diminuito, ma l’iter buracratic­o non dipende da noi. E quando dico noi intendo la Fiorentina e il Comune: ci sono altre autorità competenti che devono finire il loro lavoro». L’agenda per il via ai lavori è chiara da mesi: il sindaco Nardella entro il 31 dicembre aspetta che la Fiorentina presenti il progetto esecutivo per tutta l’area. Nel frattempo il sindaco (che prima ha fatto visita ai Della Valle a Casette d’Ete e poi ha ribadito che «lo stadio sarà pronto nel 2021») si è impegnato a risolvere la questione dello spostament­o del mercato ortofrutti­colo a Castello, nell’attuale area di proprietà Unipol. Ieri Palazzo Vecchio ha preferito non commentare le parole di Cognigni, ma allo stesso tempo ha fatto sapere che «i tecnici sono al lavoro per rispettare le scadenze». Qui però sta l’intoppo: la variante urbanistic­a di Castello sarà adottata solo a fine 2017, dopodiché dovrà essere approvata e resa esecutiva dal consiglio comunale. Un cavillo che rende i tempi per fissare la prima pietra dello stadio più incerti, frena gli investitor­i e rende complesso il lavoro di Cognigni. Da mesi infatti il presidente cerca partner finanziari per coprire almeno una parte dei 400 milioni di investimen­to previsti: «Il mea culpa — continua Cognigni— dobbiamo farlo sui giovani: ci serve un centro sportivo per i ragazzi e se non l’abbiamo è per i nostri ritardi. Della Valle? Che Diego segua la squadra non è una sorpresa per me».

Dalla scrivania al campo. Perché domani c’è il Benevento e perché Chiesa è un gioiello da blindare in fretta: «Federico ha da poco rinnovato il suo contratto fino al 2021. Ha scelto noi. E in 6 mesi non si cambia idea. Benevento? Il calendario favorevole è solo teoria, ma ho visto Pioli a cena e sono fiducioso». A proposito di Benevento, la Fiorentina stavolta indosserà la maglia azzurra. Dopo il bianco (a San Siro), il rosso e il verde (nelle due partite di Verona), toccherà al Colore di Santa Croce il ruolo di protagonis­ta. Pioli manderà in campo la stessa formazione che ha battuto l’Udinese. La Fiorentina giocherà con Chiesa e Thereau ai lati di Simeone, il turnover può attendere. Un po’ come coloro che aspettano la fatidica prima pietra del nuovo stadio.

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Mario Cognigni, 59 anni, presidente esecutivo della Fiorentina

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