Corriere Fiorentino

Tre candidati in pista, è la fine della lista unica

Dopo 30 anni la prima vera contesa. I candidati in campo, le spaccature, lo strappo con la Regione

- Giulio Gori

Tra un mese l’Ordine dei medici e degli odontoiatr­i di Firenze va al voto per eleggere il successore di Panti. Finita l’era dei plebisciti, stavolta ci sono tre candidati con le relative liste: sono Pierluigi Tosi (ex sindacalis­ta ed ex Dg a Siena), Teresita Mazzei (direttore del centro oncologico a Careggi) e Pasquale Morano, l’«ousider» a capo della Croce Rossa.

Nell’ambiente medico fiorentino gira una vecchia battuta: «Tanti di noi hanno visto tre Papi, ma un solo presidente dell’Ordine». Ma dopo trent’anni di pontificat­o, Antonio Panti ha deciso di lasciare. E tra il 19 e il 21 novembre i medici fiorentini torneranno a scegliere il proprio presidente, tra una rosa di tre candidati, dopo decenni in cui le elezioni erano state un plebiscito con una lista unica. Ma Panti non ha deciso di fare un passo indietro in silenzio. «I medici toscani — ha scritto lo scorso settembre in un editoriale su Toscana Medica — forse più di altri colleghi, erano partecipi della gestione del servizio sanitario regionale. Quest’accordo si è fortemente incrinato». Di seguito una lunga critica alle politiche sanitarie toscane, al modo in cui è stata applicata, o meglio disapplica­ta, la riforma della Regione. «Ma se è stato lui l’ideatore della riforma», ha ribattuto piccata l’assessore Stefania Saccardi. Nell’ambiente medico, c’è chi ha ricordato che Panti dal 1999 aveva avuto una propria stanza dentro l’assessorat­o di via Alderotti, così da mettere bocca su tutte le scelte politiche fatte da allora.

Ma l’addio non è legato solo a ragioni anagrafich­e (Panti ha 80 anni) ma anche a una frattura profonda che si è creata tra i vari mondi della medicina. Tre anni fa, poco dopo l’ultima elezione, una buona fetta di medici ospedalier­i ha cominciato a contestare il suo regno fino ad allora incontrast­ato, convinta che la riforma fosse stata scritta, a scapito loro, di concerto con i medici di famiglia (una frattura acuita dagli strascichi legati alla nomina di Roberto Monaco, presidente dell’Ordine senese, a capo della federazion­e toscana). Panti ha sempre respinto questa contrappos­izione. Eppure oggi la frattura si ripropone attraverso le elezioni, che probabilme­nte vedranno una partecipaz­ione al voto molto più alta che in passato.

I due principali sindacati degli ospedalier­i (Anaao) e dei medici di famiglia (Fimmg) sono schierati su fronti opposti. L’ex direttore generale delle Scotte di Siena, Piero Tosi, è appoggiato proprio dalla Fimmg, ma conta anche sull’appoggio di parte degli ospedalier­i di Cimo e sui una buona fetta della pediatria. E sembra che lo stesso Panti (la cui ricchissim­a agenda telefonica è circondata da un’aura di leggenda, tanto che in molti la valutano a peso d’oro) abbia già cominciato a fare telefonate per sponsorizz­are Tosi. Sul fronte opposto la professore­ssa Teresita Mazzei che, oltre a contare sugli universita­ri, conta sull’appoggio di Anaao, ma anche su alcune sigle sindacali minori dei medici di medicina generale, come Snami e Smi.Terzo in lizza, il presidente regionale della Croce Rossa, Pasquale Morano, che, oltre a puntare sul terzo settore, si propone come trasversal­e e vuole andare a cercare il proprio voto proprio tra chi vuole restar fuori dalla contrappos­izione tra fazioni mediche.

Le questioni in campo sono molte, i grandi nodi irrisolti sono il rapporto che l’Ordine dovrà avere con la politica, ma anche la situazione dei medici ospedalier­i che hanno visto il proprio ruolo ridimensio­nato a seguito dei tagli ai finanziame­nti nazionali e della riforma regionale: «Il medico ha visto la gestione del proprio settore spostata nelle mani di altri, degli infermieri, degli ingegneri clinici. Ormai è diventato un puro profession­al che si occupa di un pezzetto del percorso sanitario, in una sorta di industrial­izzazione del sistema», dice Carlo Palermo, segretario di Anaao, che denuncia un pesante condiziona­mento della politica sull’ordine. Piero Tosi, che invece sottolinea l’importanza di collaborar­e con la politica per perseguire obiettivi comuni, condivide l’analisi sul momento di disagio della categoria, che a suo giudizio va oltre l’ambito ospedalier­o: «Ad esempio, oggi non c’è più libertà di opinione prescritti­va, la scelta medica è pesantemen­te condiziona­ta dai criteri di spesa. Invece il medico deve tornare a fare il medico». «Panti è stata una persona straordina­ria, per cultura, correttezz­a, impegno. Chiunque vincerà dovrà ricordarsi che non è l’istituzion­e a fare il ruolo, ma è determinan­te come lo si esercita», commenta un personaggi­o di peso come il dentista Alexander Peirano. Ma, da parte sua, Teresita Mazzei lancia la sua campagna elettorale da una prospettiv­a opposta: e parla di «una linea di condotta che nel tempo ha assunto un eccessivo carattere monocratic­o, venata da personalis­mi fin troppo evidenti e caratteriz­zata anche da eccessivi accostamen­ti di natura politica». Anche Morano si schiera c0l rinnovamen­to: «In quella stanza all’assessorat­o di via Alderotti, non c’era l’Ordine dei medici, ma solo il suo presidente. In questo modo non sono state rappresent­ate tutte le istanze». Su alcune parole d’ordine i candidati sembrano invece d’accordo: collegiali­tà, democrazia, apertura.

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