Sette giorni, una rimonta
Benevento (oggi alle 15), Torino, Crotone: la settimana per avvicinare l’Europa Pioli: «Sono partite cruciali, io però non mi fido. Il Crystal Palace ha battuto il Chelsea...»
Pioli fa 250 panchine in serie A, in settimana ha spento 52 candeline e oggi (senza Della Valle in tribuna, nonostante l’invito del amico-sindaco Mastella) al «Ciro Vigorito» cercherà la seconda vittoria di fila con la sua Fiorentina. Il numero giusto per i viola però è il 7. Perché tra Benevento, Torino e Crotone nei prossimi sette giorni Chiesa e compagni si giocano la possibilità di rientrare in corsa per l’Europa: «Sì, per noi è una settimana molto importante — ammette l’allenatore viola — Per la classifica e per la nostra crescita».
Insomma, Halloween è vicino ma questa non dovrà essere la domenica delle Streghe. Guai però fidarsi troppo del pronostico e della classifica del Benevento (i sanniti cercano ancora il primo storico punto in serie A), anche perché la Fiorentina stessa è ancora squadra talmente instabile e leggera da non poter permetche tersi cali di tensione contro nessuno: «Il Crystal Palace aveva zero punti e zero gol fatti, eppure ha battuto il Chelsea campione d’Inghilterra — ammonisce Pioli — È uno degli esempi che ho fatto ai miei giocatori: loro sanno che non bisogna dar nulla per scontato. In casa il Benevento ha sofferto solo contro la Roma, ma ha messo in crisi Torino e Inter. Motivo in più per non dare per scontata la vittoria».
Approccio giusto e zero cali d’intensità. Fosse davvero così, per Pioli sarebbe un bel regalo di compleanno: «La prestazione è la cosa a cui tengo di più, ci stiamo avvicinando al gioco chiedo ma ci manca la continuità nei 90 minuti di partita. Chievo però ci è servito da lezione: l’intensità, in una squadra come la nostra, non può mai mancare».
City-Napoli e Nizza-Lazio sono le altre due partite che Pioli usa per spiegare il momento viola: «Guardiola ha dominato nella prima mezzora ma poi la sua squadra è calata. A noi è successo la stessa cosa con l’Udinese, solo che dobbiamo imparare a gestire meglio il possesso palla e le fasi difficili della partita. Il Nizza invece l’ho visto con Eysseric: è stata l’occasione per fare due chiacchiere con lui. Ha ammesso di dover ancora crescere, soprattutto sul ritmo. Ma il suo talento ci farà comodo».
Il francese comunque partirà dalla panchina, dall’inizio si vedrà la stessa formazione che ha battuto l’Udinese (Laurini terzino e Benassi mezzala). Pioli infatti vuole insistere sull’identità di gioco e non teme le tre partite in fila: «Al turnvover penseremo più avanti, l’esperienza mi dice che è la terza partita a pesare di più sulle gambe. Chiesa? Può andare in doppia cifra, ma senza pressioni sulle spalle». Senza Gil Dias («è in ripresa, potrebbe tornare in gruppo lunedì») e Saponara («Ci sarà da aspettare, gli manca ritmo»), il mister viola punterà su qualche Millennials finora rimasto in naftalina come arma da usare a partita in corso. Lo Faso è il favorito, mentre per Hagi le porte resteranno chiuse: «Lo Faso ha talento, presto giocherà. Hagi? Non lo ritengo ancora al livello degli altri». Una bocciatura senza peli sulla lingua che spingerà Corvino a cederlo (in prestito?) a gennaio. Intanto però contano i punti. E la settimana che può rimettere la Fiorentina in corsa per l’Europa.
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