Corriere Fiorentino

Schivare le Streghe, per non imitare Sousa

Partita trappola: Baroni si gioca tutto e con le piccole i viola persero l’Europa

- di Alessandro Bocci

L’auspicio è semplice, persino banale: non vorremmo vedere le Streghe. Perché la Fiorentina, giovane e ancora fragile, in trasferta ha vinto solo a Verona con l’Hellas, due volte nelle ultime dodici occasioni se allarghiam­o i confini al disastroso epilogo con Paulo Sousa. Oggi al Vigorito non sarà per niente facile per tutta una serie di motivi.

Le Streghe del Benevento hanno perso le prime 8 partite e consideran­o cruciale la tappa con la Fiorentina: se dovessero affondare ancora, record negativo in serie A, potrebbero esonerare Baroni e precipitar­e nell’angoscia. Però, per questo appuntamen­to, c’è unità di intenti e ritrovata convinzion­e: i giocatori hanno promesso alla gente che daranno l’anima in una partita che è una specie di «o la va o la spacca».

La Fiorentina ha tutto da perdere e poco da guadagnare. La differenza tecnica tra le due squadre è rilevante, ma nel calcio contano moltissimo altri valori: continuità, attenzione, agonismo. Conta anche non mollare la presa come è successo contro il Chievo dopo il gol illusorio di Simeone. O non farsi prendere dalla paura, come nell’ultima mezz’ora contro l’Udinese fantasma. Anche riuscire a gestire i momenti difficili, che possono capitare. Pioli, che a Benevento non c’è mai stato, sa bene cosa lo aspetta. Speriamo lo abbiano capito anche i suoi discepoli, altrimenti saranno guai. Sousa l’anno scorso, pur con una squadra più forte e più esperta, non è riuscito a far passare il messaggio. Contro il Crotone, a Firenze, nella partita del diluvio, la Viola ha faticato per pareggiare proprio alla fine. E da aprile in poi, quando il sesto posto europeo era ancora alla portata, la Fiorentina ha perso in maniera sciagurata prima con l’Empoli in casa e poi a Palermo, decretando la sua fine.

Stavolta non dovrà essere così. Il campionato è diviso in fasce: la A1 con le grandissim­e, che si giocherann­o scudetto e Champions; la A2 con Torino e Sampdoria, Bologna e Atalanta, forse anche il Chievo, magari il Milan se continuerà a precipitar­e e con la Viola. In A3 ci sono quelle che invece devono pensare alla salvezza. Il segreto è vincere quasi tutte Baroni, fiorentino di Tavarnuzze quelle contro le più deboli. Sembra facile, ma non lo è. Serve una maturità che sino adesso la banda Pioli ha mostrato di non possedere. L’allenatore ci sta lavorando insieme alla quadratura tattica del cerchio, con Benassi sempre incursore ma più centrocamp­ista in una sorta di 4-3-3. Benevento apre una settimana cruciale, che proseguirà con il Torino mercoledì sera al Franchi e con la una nuova trasferta al sud, domenica a Crotone.

Un calendario da sfruttare bene prima della Roma al Franchi. Ma per farlo serve qualcosa di più di quello che i viola hanno fatto vedere sino adesso. Come squadra e anche nel rendimento dei singoli. La difesa deve essere meno distratta, la linea mediana fare maggiore filtro, i trequartis­ti legare meglio il gioco e Simeone segnare di più. È tanto? È troppo? Se vogliamo dare un senso a questa stagione, non è più il tempo di sbagliare.

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