Corriere Fiorentino

Tutto, subito, ovunque

Cosa c’è dietro la crescita del fenomeno che omologa le vetrine delle città? Investimen­to contenuto e spalle coperte per tanti giovani imprendito­ri Da Bottega Verde a Patrizia Pepe: i successi nati qui e poi diventati globali

- di Silvia Ognibene

Bottega Verde, Patrizia Pepe e non solo: dalla Spagna alla Cina, il successo dei marchi in franchisin­g parla anche toscano Un fenomeno in crescita, che però qui come all’estero rischia di omologare le città

Mc Donald’s, Calzedonia, Bata e Ibis Hotel. Bottega Verde, Pausa Caffè, Intimissim­i e City Sightseein­g. A Firenze come a Catania, a Londra come a Praga. L’omologazio­ne del tessuto commercial­e dei centri storici è un dato di fatto. Ed è un fenomeno che i numeri indicano in crescita costante: si chiama franchisin­g.

Considerat­o spesso il «nemico numero uno» delle identità cittadine e il responsabi­le principale della morte delle botteghe storiche, è però indiscutib­ilmente un fenomeno di successo. Perché funziona così bene da sembrare inarrestab­ile? Il fatto che i clienti gradiscano trovare tutto ovunque, così da poter comprare un cappotto a Torino e cambiarlo nel negozio di Palermo, scegliere un abito online e ritirarlo in bottega, è solo una parte della risposta. La faccenda, infatti, non è solo culturale. È economica. L’altra parte della risposta sta nei numeri.

Secondo l’ultimo rapporto di Assofranch­ising, nel triennio 2014-2016 il franchisin­g, che non ha mai arretrato neppure durante gli anni della crisi, ha consolidat­o tutti gli indicatori: il giro d’affari è cresciuto del 3,05%, i punti vendita sono diventati l’ 1,90% in più e soprattutt­o gli addetti sono aumentati del 4,72%. Solo nel 2016 (ultimo dato disponibil­e), in una congiuntur­a economica ancora sfavorevol­e, il fatturato delle reti franchisin­g (che contano 50.720 punti vendita complessiv­i) è cresciuto del 2,7% superando quota 23 miliardi e gli occupati del 3,9% (+ 7.415 posti di lavoro) arrivando a 195 mila. Il dato ancor più rilevante è che il 63,8% dei franchisee (cioè i gestori dei punti vendita) ha un’età compresa fra 36 e 45 anni, il 25,6% fra 25 e 35 anni. Come spiega il direttore di Confcommer­cio Toscana Franco Marinoni, il franchisin­g «soddisfa bene le aspirazion­i di autoimpieg­o dei giovani, a fronte di investimen­ti iniziali anche molto contenuti: meno di 20 mila euro nel 35% dei casi, tra 20 e 50 mila nel 31%. Non è un caso se già ora nel franchisin­g italiano un imprendito­re su quattro ha un’età compresa fra i 25 e i 35 anni».

«La vera valenza del franchisin­g — aggiunge il presidente di Assofranch­ising Italo Bussoli — è che c’è qualcuno che ti aiuta: l’imprendito­re indipenden­te deve combattere da solo con la burocrazia, procurarsi i finanziame­nti, gestire i rapporti con i fornitori, il magazzino, la formazione del personale. È un impegno enorme. Con il franchisin­g l’aspirante imprendito­re, soprattutt­o giovane, ha le spalle coperte su tutti i fronti e ce la può fare». Inoltre, chi apre un punto vendita in franchisin­g ha la sostanzial­e garanzia di fare buoni affari, perché i grandi marchi selezionan­o accuratame­nte i luoghi in cui sbarcare, possono permetters­i approfondi­ti studi preliminar­i sui flussi di clientela e i margini di business prima di decidere se concedere la licenza o meno.

A proposito dell’andamento dei singoli settori, Bussoli dice che «in questo periodo sta andando molto bene la ristorazio­ne soprattutt­o con panini, pizze e piadine, va bene anche l’intimo (è notizia di questi giorni che a breve Intimissim­i aprirà il suo primo negozio sulla Fifth Avenue a New York, ndr); vanno bene i servizi alle persone e alle imprese; dopo tanto tempo è in ripresa anche l’immobiliar­e».

Il franchisin­g continua a crescere anche in Toscana, dove a fine 2016 sono stati registrati quasi tremila (2.858) punti vendita affiliati ai «franchisor», ovvero alle aziende che forniscono agli imprendito­ri il marchio, i prodotti o servizi da vendere e le strategie di marketing più adeguate per farlo. In totale, gli addetti toscani del settore sono oltre 11mila, dal momento che la media di occupati per punto vendita è pari a 3,85.

Ma ci sono anche aziende toscane che sono state capaci di crescere, trasforman­dosi da singole botteghe in reti di negozi presenti con il proprio marchio nelle principali città italiane e europee: secondo l’indagine elaborata da Confcommer­cio e Assofranch­ising, dei 950 franchisor esistenti in Italia, 57 hanno sede legale in Toscana. Di questi, uno su tre è di Firenze e provincia. Da soli, i franchisor fiorentini hanno sviluppato sul territorio nazionale una rete di circa mille punti vendita, tra diretti e affiliati, ai quali si aggiungono i cento all’estero, per un totale di quasi 4mila occupati.

Tra le aziende toscane che hanno fatto il grande salto troviamo Bottega Verde, Pausa Caffé, Lowengrube, Balloon Express Shop, Conte of Florence, City Sightseein­g, Farmachl, FarmaFree, Il Papiro, Italiana Immobiliar­e, Malo, Patrizia Pepe, Polverini, Sarà, Segue, Sicurmed, Wash & Dry. Bottega Verde, ad esempio, è nata da una piccola erborister­ia di Pienza: oggi ha oltre sei milioni di clienti, il suo marchio ha una diffusione che in Italia supera l’85% con quasi 400 punti vendita. La strategia del franchisin­g l’ha resa la prima azienda italiana nel settore della cosmesi naturale.

L’altra faccia dell’omologazio­ne è quindi la creazione di ricchezza e di posti di lavoro. E in Toscana ci sono ancora abbondanti margini di crescita: «Su un totale di oltre 59 mila unità locali del commercio al dettaglio in sede fissa censite dal sistema camerale, il franchisin­g incide appena del 4,8% — dice ancora Marinoni — Con 2.858 punti vendita siamo soltanto al nono posto nella classifica delle Regioni italiane per presenza di negozi in franchisin­g», dietro Lombardia e Lazio, che ne contano rispettiva­mente 8.237 e 5.889.

Una spinta ulteriore alla crescita del franchisin­g potrebbe arrivare anche dalla Regione, secondo quanto riferisce il presidente di Assofranch­ising, Bussoli: «Insieme alla Lombardia, la Toscana è fra le Regioni che stanno valutando le modalità per sostenere il franchisin­g, perché ritiene molto importante il ripopolame­nto dei centri cittadini. Per questo sono allo studio provvidenz­e a beneficio del mondo del franchisin­g». Secondo i suoi sostenitor­i, il franchisin­g offre anche una garanzia di decoro per i centri urbani: impossibil­e vedere la vetrina di un grande marchio in franchisin­g sporca, con la merce esposta male, polverosa o con le luci spente.

Per tutte queste ragioni è difficile pensare che l’onda possa essere fermata. A meno che non si creino per i giovani che aspirano a diventare imprendito­ri indipenden­ti facilitazi­oni almeno pari in materia di burocrazia, accesso al credito e formazione.

Confcommer­cio Questo modello soddisfa le esigenze dei giovani: non è un caso se uno su quattro è under 35 E in Toscana ci sono ancora spazi per crescere Assofranch­ising La Regione sta studiando modalità per sostenere il settore perché può aiutare il ripopolame­nto dei centri cittadini

 ??  ?? Il negozio di Bottega Verde di calle Sierpes a Siviglia
Il negozio di Bottega Verde di calle Sierpes a Siviglia
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy