Corriere Fiorentino

BONUS SÌ, SE SARÀ L’ATTO PRIMO

- di Paolo Ceccarelli

E’stato ribattezza­to «bonus verde» e, tra i bonus annunciati in questi ultimi anni, è forse quello da cui aspettarsi più effetti positivi di media durata. Prevede una detrazione pari al 36% delle spese per giardini, balconi e terrazzi (fino ad un massimo di 5.000 euro per unità immobiliar­e) e, secondo il governo che l’ha inserito nella legge di Bilancio 2018, può muovere fino a 600 milioni. La misura interessa molto la Toscana, prima regione italiana per produzione di fiori e piante ornamental­i con circa 1.500 aziende che danno lavoro ogni giorno a 12 mila persone, indotto compreso. Il motore del settore come è noto è Pistoia, dove si è molto brindato alla proposta del governo di introdurre il «bonus verde» che ora dovrà essere approvato dal Parlamento (non ci dovrebbero essere sgradite sorprese, ma occhio ai perigliosi mari preelettor­ali...). I festeggiam­enti pistoiesi sono comprensib­ili, perché è ancora vivo il ricordo della bufera del marzo 2015 e dei suoi 140 milioni di danni nei vivai. Tuttavia sarebbe un errore dimenticar­e che la crisi economica ha spazzato via un quarto delle aziende florovivai­stiche toscane, la grande maggioranz­a delle quali di medie e piccole dimensioni, con la perdita di centinaia di posti di lavoro. Tornare ai numeri pre-crisi è un’ambizione irrealisti­ca, ma ciò non toglie che anche per il florovivai­smo si può e si deve ambire a politiche struttural­i — e investire sul verde è alla fine un grande regalo che facciamo a noi e ai nostri figli. Insomma, non sediamoci su un bonus.

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