Corriere Fiorentino

Nuova stangata sulle bollette dell’acqua

Via a rincari fino al 5%: «Servono per gli investimen­ti». Ma i tubi sono un colabrodo

- Fatucchi, Gori

Differenze La spesa della famiglia media è di 328 euro l’anno, quasi 40 in più della media nazionale. Ad Arezzo si possono sfiorare gli 800 euro

Un altro aumento, già approvato dall’Autorità nazionale per l’energia e il servizio idrico, per le nostre bollette dell’acqua. Le tariffe, nel 2017, aumenteran­no del 2,5% per gli utenti di Publiacqua (Firenze, Prato e Pistoia e parte del Valdarno aretino). Incrementi del 5% sono previsti per Gaia (Massa e Carrata) e del 4,4% per Acquedotto del Fiora (Siena Grosseto). Gli aumenti per le altre aziende arriverann­o nelle prossime settimane. La notizia arriva a margine della presentazi­one della Relazione annuale sul servizio idrico toscano, presentata ieri dal direttore Alessandro Mazzei a Palazzo Panciatich­i. Ed è la conferma di un altro dato, inoppugnab­ile: la spesa della famiglia media toscana (2,3 membri) è di 328 euro l’anno, quasi 40 in più della media italiana.

Una media «trilussian­a»: in alcune realtà, come l’aretino, ci sono famiglie, con 3 componenti, che salgono a 400 euro l’anno. E quelle con 5 membri che sfiorano 800 euro l’anno. Aumenti, come ormai sanno gli utenti, che servono a finanziare gli investimen­ti sulla rete, sulle fognature, sugli impianti. Tanto che, ricorda Mazzei, «a fronte di una tariffa in linea con l’Europa, più che con il resto d’Italia, la nostra regione riesce a fornire un servizio efficiente e di buona qualità. Resta da lavorare ancora meglio sulle perdite delle varie reti acquedotti­stiche, per riuscire a limitare disagi e costi».

I conti infatti indicano che le risorse arrivate dalle bollette sono state, nel 2016, proprio usate per le reti (i «tubi»), ma per meno della metà di quanto incassato a questo scopo. E comunque, gli investimen­ti reali sono stati (tranne per Acque Spa, Pisa) inferiori a quanto «promesso» delle aziende (tutte miste, pubblico-private). Ma gli investimen­ti necessari sono ancora inferiori a quanto necessario. E le concession­i alle aziende sono in scadenza: si parte con quella di Nuove Acque, nel 2019.

Da qui l’idea di allungare le concession­i ai privati che sono entrati nelle società che gestiscono gli acquedotti per dare certezze e quindi aumentare la mole degli investimen­ti.

«Sul tema industrial­e relativo al settore — ha detto l’assessore regionale Federica Fratoni, che ha presentato la relazione assieme a Mazzei ed al presidente del Consiglio regionale Eugenio Giani — io non vedo utile l’uscita del socio privato dalle aziende, mentre vedo necessario aumentare gli investimen­ti e tenere basse le nostre tariffe; magari possiamo allungare le concession­i fino ad allinearle». Il presidente dell’Ait, il sindaco di Siena Bruno Valentini, pensa invece che «si dovrà, in futuro, mantenere fede all’indirizzo dell’Autorità verso una stabilizza­zione delle tariffe». Giani invece ha chiesto di «aumentare gli investimen­ti diminuendo i dividendi» distribuit­i ai soci delle aziende, cioè i privati ed i Comuni.

Per Alfredo De Girolamo, presidente del Cispel (consorzio delle imprese di utilities toscane) i dati dimostrano «ingente mole di investimen­ti e qualità dei servizi, oltre che una specifica caratteris­tica territoria­le della Toscana». Ed è per questo che le nostre tariffe «pur rimanendo molto più basse rispetto alle medie europee (circa 500 euro a famiglia)» non consentono ancora «di fare tutti gli investimen­ti necessarie. Il confronto con la media italiana appare insensato, visto che in molte aree del Paese le condizioni di servizio sono molto arretrate, specie nel settore fognatura e depurazion­e. All’aumento della tariffa ha comunque fatto seguito negli ultimi anni un crescente utilizzo dei bonus e delle agevolazio­ni tariffarie, con una spesa di oltre 5 milioni di euro nel 2016 e 28.000 utenti assistiti». Con differenze, però: se la media toscana di investimen­ti è di 57 euro procapite, l’Acquedotto del Fiora ne spende 77 pro capite, Acque Spa 70, Gaia 31 e Nuove Acque 28: comunque superiori alla media italiana, di 27 euro procapite. Tutto per rinnovare 34 mila km di tubi, 15 mila km di fogne e 1.202 impianti. Una infrastrut­tura di cui ci si rende conto solo quando serve (o non funziona).

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L’assessora al Territorio Federica Fratoni
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Il direttore di Publiacqua Alessandro Mazzei

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