Tragedia di Santa Croce, dossier al ministero
I primi rilievi sulle cause del crollo ai tecnici di Franceschini. Il soprintendente: controlli ovunque
Il dossier sul «caso» Santa Croce è già nelle mani del ministro Dario Franceschini. È firmato dal soprintendente Andrea Pessina, e riporta i primi rilievi eseguiti nella basilica e la ricostruzione su ciò che è accaduto giovedì, tra la terza e la quarta cappella gentilizia, dove un mezzo capitello si è staccato da 30 metri uccidendo il turista spagnolo Daniel Testor Schnell. E se la Procura di Firenze e i tecnici della soprintendenza sono al lavoro in Santa Croce, Pessina rilancia. E annuncia — dopo aver chiesto ai suoi tecnici una relazione dettagliata che ripercorra tutti i restauri e le manutenzioni degli ultimi due anni La pietra crollata in Santa Croce in Santa Croce — che partirà presto una campagna di controlli su tutti i monumenti fiorentini, «che verranno vagliati e verificati uno ad uno. Un lavoro impegnativo ma necessario dopo ciò che è accaduto». Le indagini coordinate dalla pm Benedetta Foti, dopo l’iscrizione sul registro degli indagati di quattro persone — la presidente dell’Opera Irene Sanesi, il segretario generale Giuseppe De Micheli, il geometra Marco Pancani e l’architetto Laura Mannucci, titolare dell’ultima ditta che si è occupata della manutenzione dell’area da cui è caduto il capitello — vanno avanti. Non è escluso che la Procura, nelle prossime ore, possa chiedere al Gip l’incidente probatorio per ricostruire le cause del crollo. Ma per ora Santa Croce resta chiusa: «Dobbiamo svolgere tutti i controlli necessari — ripetono dall’Opera — Il complesso riaprirà solo quando avremo la certezza che visitatori e dipendenti saranno al sicuro». Non è escluso che la ricognizione possa terminare entro il fine settimana così da consentire la riapertura del complesso per domenica. Le messe, invece, da oggi saranno celebrate nella Cripta dei Caduti in Largo Bargellini. Intanto, la famiglia della vittima è tornata in Spagna mentre la console spagnola Maria de Los Angeles Velloso Mata sta facendo tutto il possibile per velocizzare il rientro a Barcellona della salma.
Ed è di ieri la notizia secondo cui Palazzo Vecchio potrebbe non costituirsi parte civile nel futuro processo per omicidio colposo. «Non l’abbiamo ancora valutato — spiega la vicesindaca Cristina Giachi — la colposità del reato e gli elementi fino ad ora emersi ci spingono a considerare questa tragedia una fatalità. Aspettiamo prima gli elementi che emergeranno dalle indagini».
Fronte inchiesta La Procura chiederà l’incidente probatorio Il Comune potrebbe non essere parte civile