Corriere Fiorentino

LETAME E FIORI

- Paolo Ermini

«Dai diamanti non nasce niente/ dal letame nascono i fior», cantava Fabrizio De André in «Via del Campo», e speriamo che così accada anche per il caso scatenato dagli ultras della Lazio che hanno usato l’immagine di Anna Frank con la maglia della Roma come sfottò contro i tifosi rivali. L’allenatore della Lazio, Simone Inzaghi, ha deprecato l’accaduto attribuend­olo a «poche mele marce». Però a volte bastano poche mele marce per violentare la storia e sporcare l’immagine di una città, o di un intero Paese. E nessuno parli di ignoranza per minimizzar­e la gravità dell’episodio, perché è proprio sulla complicità degli ignoranti che puntano i seminatori dell’antisemiti­smo, che sembra non morire mai, come le erbacce dei nostri campi, anche nel nostro Occidente libero. Questa volta il mondo del calcio ha reagito subito, risoluto e concorde. Apprezzabi­lmente. Anche se fa bene il rabbino capo di Roma, Riccardo Di Segni, a mettere in guardia dai facili lavaggi della coscienza. Il presidente Claudio Lotito ha annunciato che la Lazio porterà ogni anno duecento ragazzi ad Auschwitz, accogliend­o l’appello del Presidente della Repubblica Mattarella a dare risposte esemplari. Renzi ha proposto che sulle maglie delle squadre sia cucita la stessa stella di David che stava sui poveri panni degli internati nei campi di concentram­ento nazisti. La Fiorentina si è mobilitata affinché stasera, prima della partita con il Torino, il Franchi sia all’altezza della tradizione civile di Firenze. Come in tutti gli stadi sarà letta una pagina del «Diario» scritto da Anna, la ragazzina che è il simbolo sorridente degli orrori della Shoah. Chissà quanti sugli spalti sentiranno per la prima volta le sue parole. Speriamo che dal silenzio che dovrebbe accompagna­re l’emozione di chi leggerà quella pagina spuntino migliaia di fiori. O anche di più. Come s’immaginava De André.

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