«L’età si abbassa, episodi anche alle elementari»
Il portavoce di Amnesty Italia: «Il bullismo è una sorta di violazione dei diritti umani»
«Il bullismo è una forma di violazione dei diritti umani». Ne è convinto Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia, l’associazione che si occupa del rispetto dei diritti umani nel mondo e che ha lanciato una campagna nazionale contro il bullismo.
Finora sono stati coinvolti gli studenti di tre scuole a Torino, Napoli e Roma, ma presto saranno attivate nuove campagne di sensibilizzazione tra gli insegnanti e gli studenti di tutta Italia, Toscana compresa. Secondo Noury, «esiste un forte legame tra il bullismo e la discriminazione basata sul sesso, la razza, l’orientamento sessuale o altre caratteristiche uniche per l’identità di una persona. Come in ogni altra lotta contro la discriminazione, i diritti umani forniscono la giusta prospettiva per affrontare il fenomeno. Il bullismo toglie agli studenti il rispetto e la dignità e impedisce di poter godere di diritti fondamentali quali l’inclusione e la partecipazione».
Un tema su cui «è molto urgente intervenire a partire dalla scuole, dove l’assenza di veri progetti di integrazione e scambio culturale è spesso alla radice delle prepotenze sui compagni di classe, che traducono in bullismo quello che sentono in famiglia o alla televisione, dove trova purtroppo spazio il linguaggio politico divisivo, noi e loro, italiani da una parte e stranieri dall’altra. Questo è un linguaggio che finisce per riverberarsi sui bambini, che nell’adolescenza assorbono come spugne quello che sentono dire a casa, sui media, nei social e dal mondo degli adulti».
È proprio il mondo degli adulti, secondo Noury, che dovrebbe cambiare approccio: «Hanno grandi responsabilità, spesso gli adulti minimizzano gli episodi di bullismo, invece non è pensabile tacere su questo fenomeno, è necessario che gli adulti non pensino soltanto alla performance scolastica o sportiva dei propri figli, ma devono diventare sentinelle della discriminazione». Non è un caso, secondo il portavoce di Amnesty Italia, che l’età del bullismo si stia abbassando: «Esistono casi in cui le vittime o gli autori di bullismo hanno perfino sette anni, il fenomeno talvolta comincia a partire dalle scuole elementari e va a colpire quelle che sono le fragilità dei bambini».
Ecco perché è importante far emergere questo tema dentro le scuole, dentro le famiglie. Proprio questo è il progetto di Amnesty che, con ogni Riccardo Nury, portavoce di Amnesty International Italia probabilità, sarà presto replicato anche in Toscana. «Il nostro intento è parlare di bullismo nelle scuole e progettare strategie e pratiche di prevenzione e contrasto alla discriminazione per migliorare il proprio ambiente scolastico e renderlo aperto e rispettoso dei diritti umani». Nello specifico, «studenti e docenti attraverso esercizi ed attività collettive, analizzano la situazione nelle proprie classi e lavorano per rendere sicuri luoghi potenzialmente insicuri e per creare una sorta di regolamento contro il bullismo».