Corriere Fiorentino

CALAMANDRE­I, BURBERO DELLA COSTITUENT­E

Eminente giurista, eccellente scrittore, inguaribil­e polemista: Calamandre­i fu tutto questo A settant’anni dall’approvazio­ne della Costituzio­ne, un ricordo del fiorentino che contribuì a scriverla

- di Paolo Armaroli

Ai giorni nostri si sprecano gli uomini a una sola dimensione. Come le sogliole. E a volte, senz’arte né parte come sono, non hanno neppure quella. Un tempo non era così.

Soprattutt­o nella nostra Toscana, popolata da caratterin­i ma, vivaddio, ricchi d’ingegno. Basti fare i nomi di Giovanni Papini, di Ardengo Soffici, del mezzo toscano Giuseppe Prezzolini. Ecco, Piero Calamandre­i è anche lui figlio di questa felice stagione. Pure lui poliedrico. Perché eminente studioso di diritto processual­e civile ma anche — direbbe l’ecumenico Walter Veltroni, che come i fiumicelli carsici appare e scompare di continuo — di diritto costituzio­nale e dintorni.

Ma Calamandre­i è stato molte altre cose ancora. È stato un fantastico scrittore. Ha scritto perfino per i bambini. È splendido il libriccino intitolato La burla di primavera con altre fiabe. È struggente il suo Inventario della casa di campagna, concepito nei mesi nei quali riparò in Umbria dopo l’Armistizio. È celeberrim­o il suo Elogio dei giudici, scritto da un avvocato, un’opera che tutti gli operatori del diritto dovrebbero tenere sul comodino. E non staremo a rammentare i suoi tanti scritti e discorsi politici, le sue battaglie contro la legge elettorale maggiorita­ria del 1953, squalifica­ta da Giancarlo Pajetta come legge truffa. E delle successive leggi elettorali si potrebbe dire che la più pulita ha la rogna. Poi c’è il fondatore e direttore del «Ponte», una passerella tra sordi incapaci di dialogo. Dove l’inguaribil­e polemista salta sempre fuori.

La nostra Costituzio­ne repubblica­na il prossimo 1 gennaio compirà settant’anni tondi. Perciò merita un particolar­e ricordo il Calamandre­i membro dell’Assemblea costituent­e. Non ho mai capito perché questo bastian contrario al pari di Gino Bartali passi per uno dei principali padri della nostra Legge fondamenta­le. Niente di più falso. Almeno per quanto concerne i lavori preparator­i. A onor del vero, lui è passato alla Storia come la suocera della Costituzio­ne. Perché non gli andava mai bene nulla. Intendiamo­ci, era in buona compagnia.

Arturo Carlo Jemolo sostenne che da un punto di vista stilistico era di gran lunga migliore lo Statuto albertino. Concepito da pochi padri, i ministri di Carlo Alberto. Composto da appena 84 articoli, la maggior parte dei quali formata da pochi commi stringati. E che per la sua sobrietà poteva essere compreso dal quidam de populo. Mentre la nuova Carta repubblica­na… E giù critiche a non finire.

Bene, per farsi un’idea del Calamandre­i costituent­e, basterà sottolinea­re qualche passo del suo discorso pronunciat­o nella seduta del 4 marzo 1947, in occasione della discussion­e generale del progetto di Costituzio­ne. Fin dal suo incipit, ha da ridire: «Onorevoli colleghi, parlare in quest’aula con quei banchi vuoti dà un senso di disagio». E giù botte da orbi. Il progetto di Costituzio­ne «non è un esempio di bello scrivere», «si sente che non è stato scritto da Ugo Foscolo». Poi vennero i ricostitue­nti Calderoli e la Boschi, due buchi nell’acqua. «È una Costituzio­ne tripartiti­ca, di compromess­o, molto aderente alle contingenz­e politiche dell’oggi e del prossimo domani: e quindi poco lungimiran­te».

«È un po’ successo, agli articoli di questa Costituzio­ne, quello che si dice avvenisse a quel libertino di mezza età, che aveva i capelli grigi e aveva due amanti, una giovane e una vecchia: la giovane gli strappava i capelli bianchi e la vecchia gli strappava i capelli neri; e lui rimase calvo. Nella Costituzio­ne ci sono alcuni articoli che sono rimasti calvi». Più chiaro di così! Se poi dallo stile e dal metodo si passa al merito, è peggio che andar di notte. Nulla gli va bene. Soprattutt­o la forma di governo parlamenta­re disegnata dalla Costituzio­ne. Tanto più che il

 Curiosità Avrebbe voluto chiudere la «Cesare Alfieri», ritenendol­a pericoloso covo di fascisti

famoso ordine del giorno Perassi, che escludeva la forma assemblear­e e auspicava dispositiv­i idonei a garantire la stabilità ministeria­le, ha fatto cilecca. Perché non era interesse di nessuno concedere troppe prerogativ­e al Potere esecutivo, non sapendo come sarebbe andata a finire. E prima di Randolfo Pacciardi, di Giorgio Almirante, di Bettino Craxi, ma dopo Léon Blum, Calamandre­i avrebbe voluto una Repubblica presidenzi­ale alla statuniten­se o magari semipresid­enziale come sarà la Quinta Repubblica francese. Certo, in seguito stempererà queste critiche, e si batterà per la piena attuazione della Costituzio­ne.

E che dire dell’uomo? Volontario nella Grande Guerra, avrebbe avuto tutti i titoli combattent­istici per aderire al fascismo. Ma non gli passò mai per l’anticamera del cervello. Antifascis­ta militante, sottoscris­se il manifesto di Benedetto Croce in antitesi a quello di Giovanni Gentile. Benito Mussolini sostenne che l’importante è durare. E sapeva quel che diceva. Perché se un regime dura, i suoi avversari si rarefanno. Un socialista antifascis­ta come Giovanni Ansaldo, per dire, diventerà direttore del «Telegrafo» della famiglia Ciano. Calamandre­i no. Ma negli ultimi anni del fascismo, chiamato dal guardasigi­lli Dino Grandi, si prestò a collaborar­e alla stesura del codice di procedura civile e del codice civile.

Non militò nella Resistenza ma ne magnificò le lodi a babbo morto. E avrebbe voluto chiudere la fiorentina Facoltà di Scienze politiche «Cesare Alfieri», ritenendol­a un pericoloso covo di fascisti. Come se in Italia non ci si adeguasse all’istante. La verità è che nessuno è perfetto. Neppure Calamandre­i.

 ??  ?? Piero Calamandre­i
Piero Calamandre­i
 ??  ?? Piero Calamandre­i, politico, avvocato e accademico italiano, nonché uno dei fondatori del Partito d’Azione
Piero Calamandre­i, politico, avvocato e accademico italiano, nonché uno dei fondatori del Partito d’Azione

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy