«Politica piccola piccola E il prezzo è questo»
Bellocchio, regista del film su Eluana Englaro: troppi opportunismi
Il suo film Bella addormentata ispirato alla vicenda di Eluana Englaro e di suo padre Beppino, alla difficoltà di avere una legislazione sul fine vita in un Italia, presentato al Festival di Venezia 2012, fece discutere. La pellicola si concentra sugli ultimi sei giorni di Eluana Englaro e Marco Bellocchio spiegò: «La mia è la posizione discretamente laica di uno che non ha la fede, ma guarda con rispetto e interesse chi ce l’ha». Cinque anni dopo la posizione del regista non è cambiata. Con un’aggiunta: «Paghiamo il cinismo della politica».
Sulla lettera appello di Gesualdi, che pone i problemi con ancora più forza perché arriva da un cattolico praticante, spiega: «Contiene richieste talmente giuste che non ci sarebbe bisogno di commentarla, che basta il buon senso per capire quanto abbia ragione... Gesualdi del resto non è il primo cattolico che affronta in questo modo il fine vita. Papa Wojtyla, alla fine, disse esplicitamente “lasciatemi tornare alla casa del Padre” e il cardinal Martini era contro l’accanimento terapeutico inutile, chiese di interromperlo e di essere sedato così da arrivare incosciente alla morte. È ovvio che per i cattolici l’accanimento terapeutico è cosa ben diversa dall’eutanasia e dal suicidio assistito, ma questo caso mi pare chiaro». Il regista continua, con un apparente paradosso. «Se io fossi a fine Ottocento e un uomo mi dicesse della sua volontà di togliersi la vita, io farei di tutto per impedirglielo, di tutto. Ma questo è un caso diverso. Siamo davanti ad una vita di sofferenza, per se stesso e per chi gli sta vicino, ad un uomo che crede nell’aldilà e che chiede, se accadrà, di essere lasciato andare da Dio. Una richiesta che ogni
uomo di buon senso capisce».
Accanto all’aspetto umano, il regista de I pugni in tasca, Diavolo in corpo, Buongiorno
notte o Fai bei sogni, sottolinea quello della mancanza di una legislazione. «Purtroppo l’Italia paga il prezzo del cinismo di una politica piccola. Di una politica che guarda sempre alle elezioni, di una democrazia dei sondaggi che non apprezzo e non mi piace, che porta a dire “adesso non è opportuno”, a rimandare ogni volta alla prossima legislatura. Anche questa volta le norme sul fine vita sono bloccate come altre leggi, su tutte quella sullo ius soli, che non vengono varate per opportunismo, perché si teme il vento dell’intolleranza e di destra che soffia in Europa e nel mondo. Ci vorrebbe nel Pd una maggioranza con il coraggio di affrontare questi temi».
Da sempre laico, impegnato, attento all’evoluzione della società, Bellocchio spiega perché ha voluto un film sul caso Englaro: «Credo sinceramente che Beppino Englaro sia un eroe civico. E io mi sono sentito in dovere di raccontare la sua storia, la necessità di fare un atto civico comunicando come so fare io questi fatti, compresi i politici di centrodestra che urlarono “all’assassinio”». E, laicamente aggiunge: «I tempi dei film di denuncia che scuotevano le coscienze, segnavano il dibattito politico, culturale, sociale, sono ormai passato remoto. Oggi il dibattito, basta vedere quello che sta accadendo con le violenze e le molestie alle donne dopo il caso Weinstein, passa attraverso la televisione, i social media, i giornali. Ma sono contento di aver girato la Bella addormentata».
La conclusione del maestro è senza appello per i politici e la politica. «La società italiana, anche quella cattolica — afferma — è più avanti della politica. Pur rispettando i principi della religione una gran parte dei cattolici non è intransigente ed anche il resto della società capisce che la libera scelta non può essere ignorata. È la piccola politica cinica che non decide».