IL PREZZO DELL’INERZIA
(a.gag.) L’opportunismo è più sgradevole dell’inerzia. Ma per capire, forse è meglio ricapitolare. Ormai da anni c’è un comitato che raccoglie i reduci di piazza Indipendenza. Reduciresidenti che non sventolano bandiere politiche, che non hanno interesse alcuno se non vivere serenamente.
A Firenze lo sanno ormai tutti cosa denunciano i reduci di piazza Indipendenza da anni. Breve elenco dei problemi: il traffico (ahinoi, tema ormai perenne per questa città); la piazza trascurata (dalle buche al verde che quasi non esiste più); i bivacchi; lo spaccio; le risse; la sporcizia (di genere vario). Breve, brevissimo elenco delle promesse finora non mantenute: il trasloco dei bivacchi alla Fortezza; le iniziative culturali che la piazza dovevano riempirla di contenuti e una ordinanza del sindaco — figlia minore del decreto Minniti — che prevedrebbe perfino l’arresto per i «bivaccatori» che è al momento allo studio del comandante dei vigili. Venerdì, alla vigilia della manifestazione dei residenti, Palazzo Vecchio ha annunciato qualcosa: il mercatino a km zero della Coldiretti una volta al mese, il venerdì dalle 8.30 alle 12.30. Bene, ma non benissimo. Perché è chiaro che non può bastare. Ed è altrettanto chiaro che in questa città ormai o le piazze si riempiono con il cibo o con quattro alberelli (vedi al Carmine). Così eccoci alla manifestazione dei residenti. Che chiedono qualcosa di più del mercatino e dei pattuglioni (in queste settimane aumentati, va detto). Chiedono che questa piazza sia governata. La fine dell’inerzia che apre autostrade a chi cerca visibilità come i fascisti (del terzo millennio, eh) di Casapound. E che tristezza.