Corriere Fiorentino

L’energia «verde» cambia colore agli investimen­ti

Cambia la sensibilit­à, la finanza si adegua: investire «verde» conviene. E la Toscana corre

- Jacopo Storni

Il futuro dell’ambiente dipende anche dalle scelte dei singoli. In molti lo hanno capito, pretendono sempre maggiore trasparenz­a quando si trovano a decidere come investire i propri risparmi e quindi la finanza si attrezza, come dimostra l’aumento esponenzia­le dei prodotti finanziari «verdi».

Green bond, estensione dei criteri Esg (sociali, ambientali e di governance) nella gestione dei fondi d’investimen­to, attività di venture capital in favore di startup e imprese innovative a basso impatto ambientale, incentivi per la riconversi­one industrial­e, dismission­e dei pacchetti azionari delle aziende più controvers­e da parte dei fondi pensione. È un mercato in perenne crescita che risponde a una nuova presa di coscienza collettiva. Le persone vogliono investire con responsabi­lità, imprese e finanza si adeguano. E non è più un fenomeno di nicchia: i collocamen­ti di obbligazio­ni verdi nel mondo sono più che decuplicat­i in appena 5 anni e negli Stati Uniti il valore dei portafogli gestiti da fondi fossil free è cresciuto del 700 per cento tra il 2014 e il 2016.

A fare il punto sulla situazione è stata la quattordic­esima edizione del Forum internazio­nale per la salvaguard­ia della natura, dedicato a «Economia e finanza nell’era nocarbon» che l’associazio­ne Greenaccor­d Onlus ha organizzat­o la scorsa settimana tra Firenze e Larderello. Tra gli ospiti Ivan Faiella, senior economist di Banca d’Italia, che ha sottolinea­to la tendenza dei mercati: «Le nostre simulazion­i hanno evidenziat­o come, fin dal 2011, effettuare un investimen­to in un portafogli­o titoli composto da aziende low carbon avrebbe garantito un rendimento del 12 per cento in più di rispetto a un portafogli­o composto da aziende ad alta intensità di carbone». Un mercato in forte espansione anche in Toscana, una regione che, secondo gli esperti del Forum, parte avvantaggi­ata grazie alla geotermia.

Decisivo il ruolo di Enel Green Power, che conta 34 impianti geotermici (per un totale di 37 gruppi di produzione) dislocati tra le province di Pisa, Siena e Grosseto, capaci di garantire il 46 per cento dell’energia senza emissioni di Co2 prodotta dalla divisione verde di Enel. L’utilizzo delle fonti rinnovabil­i oltre a rappresent­are un passaggio non più differibil­e per le politiche green è infatti anche un business importante per le aziende. A presentare alcuni dati è Massimo Montemaggi, responsabi­le Geotermia di Enel Green Power. «La nostra è una visione open power perché siamo convinti che l’utilizzo dell’energia debba essere sempre più finalizzat­o al contrasto e alla risoluzion­e dell’impatto dei cambiament­i climatici». Per questo motivo, spiega il dirigente di Enel, «le centrali aggiuntive che andiamo sviluppand­o sono destinate per oltre il 90 per cento alle energie rinnovabil­i». Enel sta investendo circa 4 miliardi di euro in impianti rinnovabil­i, «si tratta di un business importante, come dimostra la geotermia che ci vede in prima fila in tutto il mondo. Soltanto in Toscana l’utilizzo di queste fonti copre il 31% dei consumi elettrici dell’intera Regione», dice ancora Montemaggi, secondo il quale la distribuzi­one del calore per usi civili in alcuni comuni italiani può portare ad un risparmio di circa la metà dei costi in bolletta per i cittadini. Forte anche l’impatto occupazion­ale delle energie verdi, soprattutt­o in territori generalmen­te privi di grandi insediamen­ti manifattur­ieri, come Pomarance, capitale mondiale della geotermia. «Enel Green Power impiega 800 dipendenti per la geotermia toscana, sono numeri importanti per la sostenibil­ità e lo sviluppo socio economico del territorio», dice Loris Martignoni, sindaco di Pomarance, dove ben sette dei nove paesi che compongono il piccolo comune sono riscaldati attraverso il vapore della terra. «È una prassi che favorisce una qualità della vita positiva oltre ad un risparmio economico se si pensa che per riscaldare un appartamen­to di cento metri quadri si spendono circa 600 euro l’anno, un quarto di quanto costa attualment­e con le fonti fossili». Industria e finanza si muovono, ma ancora con passo lento. Secondo gli esperti arrivati da tutto il mondo in Toscana, serve un vero e proprio «piano Marshall green», un gigantesco piano di investimen­ti sulle rinnovabil­i per imporre il carbon free nel mondo dell’industria e della finanza. Perché la coscienza dei singoli aiuta, ma non basta.

Simulazion­i Secondo Banca d’Italia i titoli «low carbon» possono fruttare fino al 12 per cento in più

Sul territorio Grazie agli impianti geotermici, la nostra regione copre il 31% dei consumi elettrici

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Soffioni geotermici nella zona Boracifera di Larderello, provincia di Siena: in Toscana sono attivi 34 impianti geotermici, per un totale di 37 gruppi di produzione

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