Corriere Fiorentino

Effetto Sicilia, Pd e Mdp: uniti o si rischia

Gli appelli: in Toscana restiamo alleati. I bersaniani: ora sinistra radicale in maggioranz­a

- Mauro Bonciani Paolo Ceccarelli

«Non dividiamoc­i, perché il centrosini­stra spaccato perde», dice il segretario del Pd toscano Dario Parrini. «In Toscana continuere­mo a governare insieme, anzi possiamo essere un modello anche per le alleanze alle Amministra­tive», dice il governator­e Enrico Rossi (Mdp). Pd e bersaniani toscani fanno i conti con i disastrosi risultati in Sicilia. Ma Mdp chiede una svolta: «L’ingresso della sinistra radicale in giunta».

Mille e cento chilometri dividono Palermo da Firenze. Ma dopo i risultati delle elezioni regionali siciliane, i dirigenti toscani di Pd e Mdp aumentereb­bero volentieri questa distanza. Perché l’immagine che arriva dalla Sicilia sono le macerie del centrosini­stra, che è arrivato diviso alle urne e che anche sommando i risultati dei due candidati (Micari per i Democratic­i e Fava per la sinistra) non raggiunge il 25%. E va bene che le situazioni non sono paragonabi­li, che la Toscana è una storica roccaforte del centrosini­stra e che qui Pd e Mdp governano insieme la Regione e diverse città, ma visti gli scontri tra i Democratic­i e gli ex compagni, primo tra tutti il governator­e Enrico Rossi, il voto siciliano suona come un monito: divisi si perde. Non a caso la giornata di ieri è stata scandita dagli appelli all’unità lanciati da parte del Pd, mentre da Mdp è arrivato addirittur­a un rilancio con la richiesta di allargare la maggioranz­a a «Si Toscana», il gruppo della sinistra che due anni fa candidò Tommaso Fattori governator­e. Così se il governator­e Rossi va all’attacco del Pd nazionale («Cinque anni di guida renziana e di politiche neoliberis­te del governo fanno risuscitar­e Berlusconi e vincere la destra»), sta anche ben attento a sottolinea­re che «in Toscana continuiam­o a governare assieme al Pd sulla base di un programma condiviso. Abbiamo bisogno di un’alleanza che non si fermi alle forze politiche ma sia in grado di ricucire il rapporto con i corpi intermedi, come i sindacati, le associazio­ni, l’ambientali­smo, che coinvolga i territori». Per Rossi il modello to-

Il governator­e Enrico Rossi Il governator­e Rossi Il renzismo ha fatto resuscitar­e Berlusconi e vincere la destra, ma qui continuiam­o a governare insieme sulla base di un programma condiviso

scano è più che mai valido, anzi va rilanciato anche in vista delle amministra­tive: «Il centrosini­stra non è una formula politica, ma un’alleanza sociale che in Toscana, oltre ai partiti, è caratteriz­zata da un civismo che ha forti radici nella storia della sinistra». Di modello toscano, anzi di «laboratori­o», parlano anche i «frondisti» del Pd, coloro i quali chiedono da settimane che il partito regionale sia più aperto e inclusivo. «Possiamo essere il laboratori­o dove dimostrare, nei fatti, che l’alleanza tra Pd e Mdp non è una mera operazione di alchimia politica, ma è la risposta di governo vera ed autentica alle istanze dei cittadini», dicono i consiglier­i regionali Monia Monni e Francesco Gazzetti insieme a Stefano Bruzzesi, ex responsabi­le Enti locali. Il segretario regionale Dario Parrini non risponde, ma sottolinea: «In Toscana il tema non è allearsi con Mdp, perché lo siamo già, ma non dividersi. La Sicilia non è un campanello d’allarme per noi, ma un avviso generale: il centrosini­stra spaccato porta alla sconfitta». E il deputato Federico Gelli, possibile candidato sindaco a Pisa, aggiunge in un un’intervista a Blasting News Italia: «Rossi finisca il suo mandato, costruiamo un percorso per portare a termine le priorità che la maggioranz­a del governo regionale si è data». Già, ma quali priorità? Perché Mdp sembra averne altre: «Ok il programma, ma possiamo migliorarl­o — dice il coordinato­re toscano Filippo Fossati — Cito due priorità: la sanità, perché l’applicazio­ne della riforma delle Asl non sta funzionand­o bene, e il lavoro, con la necessità di favorire gli investimen­ti per lo sviluppo e stoppare la rendita». E allora: «Il Pd ora guarda a sinistra? Bene, anche se fino a poco fa eravamo i gufi... Ma se l’apertura è vera, non si può non guardare a “Si Toscana”, anche prevedendo l’ingresso di una persona con quella sensibilit­à nella giunta Rossi». Cioè quella sinistra movimentis­ta con cui Mdp e Sinistra Italiana stanno cercando di costruire una lista unica alle Politiche. Forse partendo dalla Toscana

Il segretario Pd Dario Parrini Il segretario Parrini In Toscana il tema è non dividersi. La Sicilia non è un campanello d’allarme per noi, ma un avviso generale: il centrosini­stra spaccato porta alla sconfitta

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