Effetto Sicilia, Pd e Mdp: uniti o si rischia
Gli appelli: in Toscana restiamo alleati. I bersaniani: ora sinistra radicale in maggioranza
«Non dividiamoci, perché il centrosinistra spaccato perde», dice il segretario del Pd toscano Dario Parrini. «In Toscana continueremo a governare insieme, anzi possiamo essere un modello anche per le alleanze alle Amministrative», dice il governatore Enrico Rossi (Mdp). Pd e bersaniani toscani fanno i conti con i disastrosi risultati in Sicilia. Ma Mdp chiede una svolta: «L’ingresso della sinistra radicale in giunta».
Mille e cento chilometri dividono Palermo da Firenze. Ma dopo i risultati delle elezioni regionali siciliane, i dirigenti toscani di Pd e Mdp aumenterebbero volentieri questa distanza. Perché l’immagine che arriva dalla Sicilia sono le macerie del centrosinistra, che è arrivato diviso alle urne e che anche sommando i risultati dei due candidati (Micari per i Democratici e Fava per la sinistra) non raggiunge il 25%. E va bene che le situazioni non sono paragonabili, che la Toscana è una storica roccaforte del centrosinistra e che qui Pd e Mdp governano insieme la Regione e diverse città, ma visti gli scontri tra i Democratici e gli ex compagni, primo tra tutti il governatore Enrico Rossi, il voto siciliano suona come un monito: divisi si perde. Non a caso la giornata di ieri è stata scandita dagli appelli all’unità lanciati da parte del Pd, mentre da Mdp è arrivato addirittura un rilancio con la richiesta di allargare la maggioranza a «Si Toscana», il gruppo della sinistra che due anni fa candidò Tommaso Fattori governatore. Così se il governatore Rossi va all’attacco del Pd nazionale («Cinque anni di guida renziana e di politiche neoliberiste del governo fanno risuscitare Berlusconi e vincere la destra»), sta anche ben attento a sottolineare che «in Toscana continuiamo a governare assieme al Pd sulla base di un programma condiviso. Abbiamo bisogno di un’alleanza che non si fermi alle forze politiche ma sia in grado di ricucire il rapporto con i corpi intermedi, come i sindacati, le associazioni, l’ambientalismo, che coinvolga i territori». Per Rossi il modello to-
Il governatore Enrico Rossi Il governatore Rossi Il renzismo ha fatto resuscitare Berlusconi e vincere la destra, ma qui continuiamo a governare insieme sulla base di un programma condiviso
scano è più che mai valido, anzi va rilanciato anche in vista delle amministrative: «Il centrosinistra non è una formula politica, ma un’alleanza sociale che in Toscana, oltre ai partiti, è caratterizzata da un civismo che ha forti radici nella storia della sinistra». Di modello toscano, anzi di «laboratorio», parlano anche i «frondisti» del Pd, coloro i quali chiedono da settimane che il partito regionale sia più aperto e inclusivo. «Possiamo essere il laboratorio dove dimostrare, nei fatti, che l’alleanza tra Pd e Mdp non è una mera operazione di alchimia politica, ma è la risposta di governo vera ed autentica alle istanze dei cittadini», dicono i consiglieri regionali Monia Monni e Francesco Gazzetti insieme a Stefano Bruzzesi, ex responsabile Enti locali. Il segretario regionale Dario Parrini non risponde, ma sottolinea: «In Toscana il tema non è allearsi con Mdp, perché lo siamo già, ma non dividersi. La Sicilia non è un campanello d’allarme per noi, ma un avviso generale: il centrosinistra spaccato porta alla sconfitta». E il deputato Federico Gelli, possibile candidato sindaco a Pisa, aggiunge in un un’intervista a Blasting News Italia: «Rossi finisca il suo mandato, costruiamo un percorso per portare a termine le priorità che la maggioranza del governo regionale si è data». Già, ma quali priorità? Perché Mdp sembra averne altre: «Ok il programma, ma possiamo migliorarlo — dice il coordinatore toscano Filippo Fossati — Cito due priorità: la sanità, perché l’applicazione della riforma delle Asl non sta funzionando bene, e il lavoro, con la necessità di favorire gli investimenti per lo sviluppo e stoppare la rendita». E allora: «Il Pd ora guarda a sinistra? Bene, anche se fino a poco fa eravamo i gufi... Ma se l’apertura è vera, non si può non guardare a “Si Toscana”, anche prevedendo l’ingresso di una persona con quella sensibilità nella giunta Rossi». Cioè quella sinistra movimentista con cui Mdp e Sinistra Italiana stanno cercando di costruire una lista unica alle Politiche. Forse partendo dalla Toscana
Il segretario Pd Dario Parrini Il segretario Parrini In Toscana il tema è non dividersi. La Sicilia non è un campanello d’allarme per noi, ma un avviso generale: il centrosinistra spaccato porta alla sconfitta