Risorge Fi-Bo e batte cassa: tassa sui voli in arrivo e treni di notte
Nuovo patto dell’Appennino. Nardella e Merola: siamo due quartieri di una grande città
E pensare che, l’ultima volta, i sindaci-cugini-d’Appennino si erano presi amorevolmente a piattate: «Virginio stai sereno», fu il messaggio recapitato dal primo cittadino di Firenze al collega Merola, durante uno scontro per la supremazia aeroportuale: Vespucci da una parte e Marconi dall’altra, e con il triplo (oltre 7 milioni) dei passeggeri attuali di Firenze, che però punta al raddoppio con la nuova pista.
Era il dicembre dello scorso anno, quando Nardella utilizzò contro Merola la stessa frase che aveva usato Renzi per detronizzare Letta da Palazzo Chigi. Ma un anno, per la politica, può corrispondere anche ad un’era geologica. Tanto che, ieri, i primi cittadini che sono anche i sindaci delle due uniche Città metropolitane confinanti d’Italia, si sono seduti attorno ad un tavolo per firmare un patto di collaborazione. A far scoppiare la pace? Manco a dirlo sono i soldi. Perché, grazie a questa alleanza, Firenze e Bologna puntano a fare massa critica (e politica) per chiedere l’istituzione della tassa sugli aeroporti: 2 euro per ogni passeggero in transito (sono esclusi i residenti). Che per il capoluogo toscano significherebbero circa 4 milioni in più in cassa, per i cugini emiliani quasi il triplo.
È questa la tassa di scopo che Merola e Nardella proporranno al governo Gentiloni per dotare di autonomia finanziaria e fiscale le città metropolitane, una battaglia politica che segue i referendum di Lombardia e Veneto e la proposta sull’autonomia presentata dall’Emilia-Romagna. In verità questa imposta, come legge, c’è già: ma non sono mai stati approvati i decreti attuativi per renderla operativa.
Un matrimonio di convenienza? Sa tanto di sì, anche perché il patto siglato ieri sancisce anche la resurrezione di Fi-Bo, l’alleanza (mai decollata) che risale al dicembre 2009, quando fu inaugurata l’Alta velocità ferroviaria, un prodigio di tecnologia che abbassò da un’ora ad appena 37 minuti la distanza tra le due città. Allora i sindaci si chiamavano Matteo Renzi e Flavio Del Bono. Poi FiBo subì il colpo di grazia, anche a causa di schieramenti congressuali (Pd) agli antipodi: Renzi all’attacco di Bersani, che però era sostenuto da Merola. Nell’incontro di ieri a Palazzo Medici Riccardi, lo scenario si è però ribaltato: i due sindaci, oltre ai tanti punti di collaborazione scritti del protocollo, hanno deciso di aprire un altro fronte con Trenitalia, quello del potenziamento dei treni serali per collegare le due città distanti solo mezz’ora con l’Alta velocità. «Speriamo di avere qualche treno in più anche di sera» ha chiesto Nardella. E anche Merola ha insistito sul punto dicendo che servono treni dopo le 21.30, non necessariamente ad alta velocità «anche perché c’è una forte componente di pendolarismo» tra le due città. L’idea è quella di rispondere alla domanda di chi si sposta tra le due città anche per andare a teatro o a cena fuori la sera. In fondo la distanza, come ha osservato il sindaco di Firenze, «è quella che c’è tra due quartieri di una grande città».
Il protocollo, che avrà durata triennale, per ora è una dichiarazione d’intenti a cui dovranno seguire interventi operativi. Nel menù c’è la promozione del ruolo internazionale delle due città in modo sinergico, il rilancio dell’Appennino, la collaborazione su turismo, cultura e pianificazione strategica e molto altro.
Il tentativo di superare i confini fisici e mentali tra le due città è già stato fatto in passato, ma senza particolare fortuna.