Lascia du’ lilleri: l’appello del prete, in pisano
Per restaurare l’organo affigge volantini in tutte le lingue, vernacolo compreso
PISA «Siccome di vaini un ce n’è, lascia du lilleri nel lillerajo pe’ mantene’ tutto ir Baccellaio. Non so se ir Signore te ne sarà grato, ma di siuro ir contatore non troverai staccato!». A Pisa la provvidenza si manifesta direttamente in vernacolo. Sono tempi di magra per la chiesa di Santo Stefano dei Cavalieri di Pisa, progettata da Giorgio Vasari a fine Cinquecento. Il parroco e il diacono hanno escogitato una simpatica trovata per pagare le bollette e riparare l’antico organo, danneggiato da un temporale primaverile.
Hanno affisso dei volantini in tutte le lingue: italiano, innando; cinese, arabo e anche in dialetto pisano. «Quando abbiamo riaperto la chiesa l’anno scorso, abbiamo riscontrato molte difficoltà nella gestione ordinaria del monumento. I cartelli del mio predecessore monsignor Armani erano solo in italiano e in inglese. Il mio diacono, Augusto Borghi, ha pensato bene di far tradurre questa breve richiesta di aiuto anche in vernacolo pisano, per coinvolgere tutti i cittadini che amano questo luogo. Per ora la raccolta di fondi sta funzioglese, puntiamo a far risuonare l’organo entro fine anno», racconta don Francesco Barsotti.
La chiesa si trova in Piazza dei Cavalieri a pochi metri dalla Scuola Normale; è di proprietà dello Stato e a breve inizieranno altri lavori di manutenzione straordinaria alle coperture, dopo gli interventi di consolidamento avvenuti tra agosto 2015 e maggio 2016 che resero necessaria la chiusura dell’edificio. Grazie alle offerte di visitatori e fedeli la musica tornerà a riecheggiare in una delle chiese più care ai pisani.