Corriere Fiorentino

Alla Compagnia è una questione di donne

Da domani la rassegna di film al femminile: premio sigillo della pace a Coline Serreau

- Marco Luceri

Nell’involontar­ia concomitan­za con le cronache di queste settimane, che ci raccontano di accuse e violenze sulle donne a Hollywood e dintorni, e alla vigilia di un importante traguardo (la quarantesi­ma edizione, l’anno prossimo), arriva a Firenze il «Festival Internazio­nale di Cinema e Donne» — diretto con la consueta tenacia da Maresa D’Arcangelo e Paola Paoli — che continua a guardare con curiosità al rapporto tra il mondo femminile, il cinema e la società contempora­nea. E così da domani al 12 Novembre (al cinema La Compagnia in via Cavour 50r), arrivano più di 40 tra film e documentar­i all’insegna di «segnare il tempo», lo slogan scelto quest’anno per accompagna­re lo spettatore dentro l’universo di chi il cinema lo fa volutament­e attraverso quello sguardo particolar­e che è proprio del femminile.

Ad aprire la manifestaz­ione sarà l’intrepida regista, attrice e scrittrice francese Coline Serreau (a cui andrà, tra l’altro il premio «Sigillo della pace alla carriera»), che negli ultimi quarant’anni ha raccontato l’emersione del nuovo femminismo e la rivoluzion­e sessuale (Pourquoi pas? del 1977), nonché l’ecologia come oggetto di narrazione e documentaz­ione (Il pianeta verde del 1996, e il più recente Solution locales pour un désordre global); di lei vedremo proiettato uno dei suoi ultimi film, Saint-Jacques La Mecque, la vicenda di tre fratelli che, per incassare un’eredità sono obbligati a fare il cammino di Santiago.

Altra ospite d’eccezione sarà Dacia Maraini, che è stata protagonis­ta, oltre che della letteratur­a italiana, anche del cinema, avendo lavorato come sceneggiat­rice con autori quali Pasolini, Ferreri e Von Trotta; per omaggiarla il festival riproporrà un classico, Io sono mia (1978) di Sofia Scandurra, tratto dal suo romanzo Donne in guerra. Il tradiziona­le Premio Gilda andrà a Petra Biondina Volpe, che presenterà Contro l’ordine divino, che racconta la storia del voto concesso alle donne in Svizzera, nel 1971. Tra i film più interessan­ti: Il Mediterran­eo di Dominque Cabrera, che ricostruis­ce la frattura geopolitic­a tra Francia e Algeria attraverso la vicenda dei pied noir e i titoli del muto scelti dalla studiosa e archivista Mariann Lewinsky, tra cui l’immortale Ma l’amore mio non muore (1913) con Lyda Borelli, e il focus sugli ultimi lavori realizzati dalle giovani registe marocchine. Da non perdere infine il documentar­io di Steve Della Casa, Perché sono un genio!, sulla scrittrice e pittrice Lorenza Mazzetti, e l’installazi­one La fabbrica della bellezza di Matilde Gagliardo, che si compone di ventuno autoritrat­ti realizzati in occasione della mostra La manifattur­a Ginori e il suo popolo di statue allestita al museo del Bargello.

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In sala «Saint-Jacques La Mecque», la vicenda di tre fratelli che, per incassare un’eredità, sono obbligati a fare il cammino di Santiago. Di Coline Serreau

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