Le spranghe di San Lorenzo
Regolamento di conti tra i banchi. Turisti e passanti spaventati si rifugiano nei negozi
Un momento della rissa di martedì sera
Urla, botte, minacce, persone in fuga terrorizzate. Un uomo armato di spranga si avventa contro un altro, colpendolo con violenza. Un altro ragazzo si difende a mani nude. «Ma cosa fate? Vergogna!», grida una donna. La paura si diffonde tra i passanti, che cercano di rifugiarsi dentro i negozi. E ancora pugni, rumori di bottiglie spaccate, una bicicletta usata come una pietra e scagliata contro i rivali.
Ore 19.30 di martedì: il mercato di San Lorenzo diventa il ring di una mega rissa. Una parte delle violenze viene ripresa da un telefonino. Bengalesi da una parte, pakistani dall’altra. Volano botte da orbi. Turisti e fiorentini impauriti, qualcuno si rifugia dentro i portoni delle case, qualcun altro dentro gli alberghi. È una rissa che coinvolge almeno una quarantina di persone. Siamo all’angolo tra via dell’Ariento e via Sant’Antonino. Minuti interminabili, qualcuno resta ferito. Uno di loro rimane a terra. È Islam, 23 enne bengalese, gestore di un banco che vende portafogli e portachiavi. Viene trasportato al pronto soccorso.
È proprio lui a raccontare l’accaduto e la scintilla che ha scatenato la rissa. «Lunedì sera stavo smontando il banco e inavvertitamente un ragazzo pakistano, accompagnato da una ragazza orientale, ha sbattuto addosso al carretto in mezzo alla strada. Si è arrabbiato moltissimo e ha cominciato ad offendermi pesantemente». Sarebbe stata questa la prima scaramuccia che si è poi trascinata fino a martedì sera. «Quel ragazzo è passato più volte e ha continuato a insultarmi, poi si è presentato martedì insieme ad altri pakistani». Prima gli insulti reciproci, poi l’aggressione ai danni del bengalese. Per difenderlo, in suo soccorso sono arrivati altri connazionali. Non si tratterebbe però di una «guerra» tra comunità: «I nostri rapporti sono ottimi», dicono in tanti. Sotto accusa finisce invece il comportamento dell’aggressore pakistano, che a detta di molti era ubriaco. «Adesso ho paura che possa tornare», racconta Islam. Sul suo volto ci sono ancora i segni dell’aggressione. È stato ascoltato dai carabinieri, ma non avrebbe fatto denuncia: «Non so il nome dell’aggressore». Le forze dell’ordine stanno indagando per identificarlo.
Tanta la paura anche tra i commercianti. «Ho tirato giù la saracinesca — racconta il titolare del vinaio “Fratelli Zanobini” — Molte persone si sono rifugiate dentro il negozio. Un cliente è uscito per salvare la sua bicicletta usata come un’arma nella rissa. Ho chiamato i carabinieri, ma nessuno si è visto per mezz’ora. Poi quando sono arrivati, hanno fatto l’ispezione del negozio: rischio una multa da 387 euro perché come deterrente per i ladri ho una telecamera interna. A quanto pare viola la privacy dei miei dipendenti. È il colmo». All’hotel Rex di via Faenza aggiungono: «Due turiste francesi, molto impaurite, sono entrate da noi. Anche a fine ottobre c’era stata un’altra rissa simile». Secondo i titolari della spaghetteria «La Capannina», «la colpa è di noi fiorentini che abbiamo venduto l’anima al diavolo, cedendo tutte le attività agli stranieri». Per Aldo Cursano, presidente di Fipe-Confcommercio ed esercente della zona, «è necessario un presidio fisso. I vigili di quartiere sono spot. Quella di martedì è stata una spedizione punitiva: l’amministrazione non deve lasciarci in mano ai delinquenti». Sull’episodio è intervenuto anche il leader della Lega Matto Salvini, che ha postato il video della rissa su Facebook e ha scritto: «Pazzesco. Benvenuti nel cuore della Firenze del Pd, scrigno di bellezze e... di maxi-risse a colpi di sprangate tra pakistani e bengalesi. Cittadini e commercianti terrorizzati. Basta!».
Il sindaco Dario Nardella ha telefonato al prefetto Alessio Giuffrida, per chiedere una maggiore presenza delle forze dell’ordine nella zona, di cui si discuterà oggi nel Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica. «Quello che è avvenuto in San Lorenzo è intollerabile per una città come al nostra — dice l’assessore alla Sicurezza, Federico Gianassi — I responsabili devono essere individuati e puniti».
Il commerciante storico Ho tirato giù la saracinesca, molte persone si sono barricate da noi. Poi un cliente è uscito per salvare la sua bici usata come un’arma