Corriere Fiorentino

«Dentro lo abbiamo fatto bello, fuori è abbandono»

Il patron del mercato coperto Montano: è un vulnus, le istituzion­i cittadine se ne devono occupare

- Antonio Passanese

«Sono delinquent­i, non ci sono altri termini per definire quelle persone che l’altra sera si sono prese a sprangate in mezzo alla folla. E come tali dovrebbero essere sbattuti in galera». Umberto Montano è esasperato da ciò che, quasi tutti i giorni, accade tra via dell’Ariento, via Sant’Antonino e via del Canto dei Nelli, tra venditori abusivi, borseggi e degrado. Parla di un quartiere, quello di San Lorenzo, «abbandonat­o dalle forze dell’ordine, e in cui non si fa neanche un minimo di prevenzion­e».

Montano è presidente e fondatore del Mercato Centrale, su cui da due anni sta investendo tempo e denaro. E i risultati ora gli danno ragione: nel 2016 è riuscito a portarci dentro tre milioni di visitatori e conta di arrivare a 3,4 milioni entro la fine del 2017. Con quel mercato che tutti definiscon­o «un presidio del gusto e della buona cucina» ha fatto sì che venti artigiani della gastronomi­a scegliesse­ro San Lorenzo per mettere su la loro bottega dando lavoro a più di quattrocen­to persone. «Quella rissa scoppiata tra i bancarella­i, davanti al Mercato Centrale, è soprattutt­o un problema di civiltà, anzi, di assenza di civiltà. Un problema su cui anche l’amministra­zione comunale può fare poco perché questa gente va educata — continua Montano — Il Mercato era brutto ed è diventato bello perché qualcuno se ne è occupato. Lo stesso bisognereb­be fare con l’esterno...».

Quanto accaduto tra via dell’Ariento e via Sant’Antonino probabilme­nte, ragiona il presidente, poteva essere evitato se in San Lorenzo ci fossero stati un adeguato controllo «e un servizio di sicurezza, se consideria­mo anche l’alta densità del quartiere». Ma è indubbio che tra l’interno e l’esterno del Mercato Centrale ci sia una differenza abissale, differenza che i visitatori riscontran­o quasi ogni giorno. Un cruccio per Umberto Montano che, invece, farebbe tranquilla­mente a meno di ascoltare le lamentele.

«Ci sono momenti in cui la differenza non si nota perché tra i banchi all’esterno ci sono ordine, attenzione e dignità. La differenza sa quando si nota? Quando l’angolo della pasticceri­a Sieni (lì dove è accaduta la mega rissa, ndr) viene preso d’assalto da un manipolo di personaggi che cerca di venderti di tutto, che prova a rubarti il portafogli­o, che ti istiga e che cerca lo scontro. Si tratta di delinquent­i che occupano fisicament­e un’area. Ecco, credo che le istituzion­i cittadine debbano occuparsi di questo vulnus perché ora ci sentiamo abbandonat­i e abbiamo paura».

Ostaggi «Siamo presi d’assalto da un manipolo di delinquent­i che istiga e cerca lo scontro»

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Umberto Montano (al centro) all’inaugurazi­one del primo piano del nuovo mercato centrale

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