Corriere Fiorentino

Delfini e squali, la nuova vita del nostro mare

Nell’arcipelago ritorni e specie mai viste

- Alfredo Faetti

Tornano i «delfini comuni». Abbondano Stenelle e Tursiopi, ma soprattutt­o nel mare toscano spunta lo squalo mako. È la fotografia tracciata dal Centro Ricerca Cetacei dopo un’estate in mare. E se la presenza di delfini e di tartarughe è una buona notizia, preoccupa l’assenza di balene.

Qualcosa è cambiato, anche se noi con i piedi all’asciutto non possiamo vederlo. Le nuove generazion­i di delfini e tartarughe stanno ripopoland­o i propri branchi, mentre inquilini storici dei nostri mari, come le balenotter­e, sono diminuite se non del tutto sparite. In compenso, ne sono arrivati di nuovi: c’è il ritorno del delfino comune, presenza rara nel nord del Mediterran­eo, e l’arrivo imprevisto di specie di squali più facili da trovare nelle acque tropicali. Come il mako.

Sta cambiando qualcosa nella fauna marina del mar Tirreno, così come rivelano i primi risultati della campagna estiva 2017 del Centro Ricerca Cetacei, a cui certo non mancherà il lavoro di approfondi­mento viste queste novità. «È stata una stagione ricca di nuove informazio­ni e stimoli per continuare il nostro lavoro da naviganti», dicono con un certo entusiasmo dal Centro Ricerca.La compagine di ricercator­i che ha base a Portoferra­io sono ormai quattordic­i anni che batte i mari tra l’isola d’Elba, il Giglio fino alla Sardegna, ricoprendo l’intero specchio del Santuario dei Cetacei. E se le estati precedenti hanno portato una serie di conferme, quella scorsa ha rotto gli schemi ridisegnan­do la popolazion­e sottomarin­a dell’Arcipelago toscano.

Un posto d’onore tra le novità la occupano sicurament­e gli squali, mai avvistati così tante volte come nel 2017. I primi sono arrivati all’inizio di giugno, prima nel Cecinese e poi a Baratti, ma è stato a metà dello stesso mese che si è visto qualcosa senza precedenti: due verdesche a soli tre metri dalla riva, nuotare tranquille tra gli scogli affollati dai bagnanti. A fine estate saranno una decina gli avvistamen­ti di verdesche, concentrat­e soprattutt­o lungo le coste livornesi: abbastanza da far ipotizzare agli esperti dell’Arpat che questi esemplari abbiano scelto i fondali della Meloria per farne una nursery. Ma se la verdesca è una specie del Mediterran­eo, la vera novità è rappresent­ata dal mako, pescato al largo della Meloria di nuovo a giugno: esemplare tipico delle acque con temperatur­e elevate, ma che potrebbe essersi adatto ai nostri litorali vista anche l’abbondanza di cibo. Questa l’impression­e dei vari biologi marini che rincuorano naviganti e bagnanti: questi squali non sono pericolosi per gli uomini.

Altre novità arrivano poi dal mondo dei cetacei. In tutto, sono stati 370 gli avvistamen­ti da parte del Centro durante mesi estivi, con diverse sorprese, sia in positivo che in negativo. Le balenotter­e, ad esempio, sono state avvistate sempre meno dai ricercator­i, ormai convinti che abbiano preso il largo verso altre acque. «Quella 2017 si è dimostrata una stagione particolar­mente negativa per gli avvistamen­ti di questi esemplari — continuano dal centro Ricerca — Ricordiamo che nella stagione precedente questa specie veniva avvistata settimanal­mente». Quest’anno, invece, neanche una: solo segnalazio­ni da imbarcazio­ni private. Anche alcuni tursiopi (delfini) mappati dal Centro Ricerca sono spariti, rimpiazzat­i da esemplari più giovani. «È avvenuto un cambio generazion­ale. Siamo felici dell’arrivo delle nuove generazion­i perché questo è indice di benessere della popolazion­e e del fatto che nel nostro mare continuera­nno ad esserci delfini almeno per un po’». Altro fattore positivo è il ritorno del delfino comune, assente da diverso tempo nei nostri mari. Così come il ripopolame­nto delle tartarughe marine caretta-caretta, che in Toscana, da Capalbio fino alle coste labroniche, hanno trovato un nuovo habitat, con una spiaggia prediletta: quella di Marina di Campo. Durante l’estate, infatti, sulla sabbia elbana si sono schiuse ben 102 uova.

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