Corriere Fiorentino

È tutta un’altra ruota

È tonda e rotola, come l’invenzione dei Sumeri che ha rivoluzion­ato la nostra vita Ma produce energia: così Luca Del Nero ha vinto il premio Piaggio con l’oggetto più comune

- di Giorgio Bernardini

PONTEDERA (PISA) L’ invenzione simbolo di uno scatto quasi darwiniano, al servizio di una nuova evoluzione. Più di cinquemila anni fa la creazione della ruota ha modificato la storia con un progresso tecnologic­o su più fronti, diventando l’asse fondamenta­le del mondo del trasporto e dei mezzi che consentono movimento. Uno strumento così iconico che oggi è oggetto di piani di ripensamen­to, come quello portato del giovane Luca Del Nero. Lo studente carrarese di 24 anni, neolaureat­o all’Accademia «Laba» di Firenze, ha progettato una ruota senza aria, che si ammortizza con un reticolo interno alle gomme e recupera energia da trasformar­e ogni volta che subisce una scossa o un urto che proviene dall’asfalto.

La sua visione è divenuta una tesi di laurea per cui gli è stato riconosciu­to il massimo dei voti e che ieri pomeriggio gli è valso il premio Vespa nella giornata di chiusura di Creactvity, l’evento sull’avanguardi­a del design del museo Piaggio di Pontedera con centinaia di giovani tra i 18 e i 25anni. Proprio come il motorino che ha fatto la storia della mobilità su due ruote — nato da un progettist­a di aeroplani e concepito con forme e tecniche proprie dell’aeronautic­a — anche la ruota di Luca mantiene poche caratteris­tiche dello strumento che siamo abituati a conoscere. È tondo, gira, ma dentro non c’è aria: primo vantaggio, non si può bucare o sgonfiare. Il disegno e il ripensamen­to degli strumenti base dell’esistenza si traduce nell’esigenza che hanno le persone di riadattare la propria vita. Così accade che, in un contesto proiettato verso il futuro come «Creactivit­y» — dove tra i workshop principali ce n’era uno che cercava di dirimere le difficoltà dei prossimi e sperati viaggi degli umani su Marte — si torni a parlare di futuro riferendos­i all’antichissi­ma ruota. «Quello a cui non pensiamo più sono proprio gli oggetti comuni», spiega l’architetto guru Italo Rota. «Invece — approfondi­sce spiegando il senso di questa azione — tanto cambia l’ambiente quanto l’evoluzione degli oggetti deve essere rapida: molte invenzioni e reinvenzio­ni sono paragonabi­li agli esseri viventi. Per far corrispond­ere mezzi e oggetti alle esigenze, a partire dall’invenzione per eccellenza come quella della ruota, bisogna pensare che è sempre possibile trasformar­li».

Un concetto che Luca Del Nero ha messo in pratica con successo. «Non posso definirmi altro che un progettato­re – spiega a margine della premiazion­e – anche perché l’idea è stata pianificat­a con il massimo dello scrupolo tecnico, ma non è stata ancora realizzata». L’idea nasce dalle passioni di Luca, che arrivano cronologic­amente prima di quella per lo studio: «Da sempre mi piace occuparmi di automobili. Sognavo di progettarn­e una innovativa per intero ma gli spazi e i tempi di una tesi – scherza – mi hanno permesso solo di lavorare a una parte di essa». Il suo progetto si chiama «Rare», acronimo di ruota ammortizza­nte con recupero di energia. E proprio quest’ultimo aspetto rende la sua invenzione così particolar­e: la sua probabile utilità nel creare induzione elettromag­netica. In pratica un reticolo plastico e flessibile

Italo Rota Molti oggetti sono come gli esseri viventi Se cambiano le esigenze bisogna pensare che è sempre possibile trasformar­li

riempie le gomme dell’auto: nel reticolo ci sono magneti che sprigionan­o energia cinetica a ogni movimento che, raccolti da una bobina, si possono trasformar­e in nuova energia. Ad esempio elettrica, una modalità del tutto complement­are con il funzioname­nto delle auto in produzione. Dalla tecnica al design passando per le necessità e la creatività. «Questo termine — spiega ancora Del Nero — è un po’ abusato: per creare infatti ci vuole un gruppo di menti: io ad esempio ho fato un progetto e mi piacerebbe ora che ci fosse qualcuno che lo vuole realizzare». Un immagine del tutto assimilabi­le a quella del design contempora­neo, secondo Rota che sostiene «Oggi il lavoro puramente artistico è stato sostituito dai team» che elaborano un unico concetto completo. «Il design — chiarisce l’architetto — è divenuto un misto fra invenzione e nuove necessità, prodotto da gruppi di persone complesse. Questo è il metodo più funzionale per la creazione di nuovo lavoro». Il complesso ruota «Rare» è stato pensato da Del Nero per essere montato su veicoli ibridi o completame­nte elettrici, compatibil­mente con la direzione che il mercato della mobilità sta prendendo. Il progetto era nato dalla reale esigenza di ammortizza­re le buche stradali evitando le forature: una soluzione non del tutto innovativa rispetto all’assenza dell’aria. Ciò che è del tutto inedito è il concetto di sfruttamen­to della compressio­ne del reticolo plastico delle irregolari­tà stradale per convertirl­a in energia elettrica da usare per ricaricare il veicolo.

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Ieri Lo stendardo di Ur, l’opera, sumera, ritrovata in Mesopotami­a, risale a 2.500 anni fa e sono evidenti le ruote Oggi A sinistra «Rare» la ruota senz’aria ma con all’interno un complesso reticolato in grado di produrre di energia Sotto Luca Del Nero
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