IL PRESIDIO CHE NON C’È
(a.gag.) È l’ospedale più antico della città. È uno dei rari esempi di ospedale-museo in Italia e nel mondo. E soprattutto è l’ospedale del centro. Quello a cui si rivolgono anziani, turisti e dove nove volte su dieci arrivano i frutti degli eccessi della mala movida. Provate a farvi una passeggiata di notte al pronto soccorso di Santa Maria Nuova e — possiamo giurarci — non vi sentirete sicuri. Protetti. Non vi sentirete, insomma, in un ospedale. Aggressioni, risse, bivacchi di senzatetto, e ora addirittura il tentativo di rapinare una donna in pieno giorno, sotto la minaccia di una siringa sporca di sangue. È da circa otto anni che il presidio fisso di polizia non c’è più. È da otto anni che infermieri e medici chiedono al direttore dell’Asl e al questore il ripristino di un baluardo per la sicurezza di pazienti e operatori. Nulla è successo, o quasi. È evidente che le guardie giurate non possono fare più di tanto, perché non hanno né i mezzi né i poteri per fermare un delinquente come quello che lunedì alle 14,30 ha seminato il panico al pronto soccorso. Ci ha pensato un infermiere a placcare il folle che con una siringa stava minacciando tutti i presenti in sala d’attesa. Ma un infermiere dovrebbe fare altro.