Corriere Fiorentino

LA SCUOLA TOSCANA DELL’IMPARZIALI­TÀ

- Paolo Armaroli

Aun contestato­re che dal loggione disturbava il suo spettacolo, Ettore Petrolini così replicò: «Io non ce l’ho con te. No, ce l’ho con chi ti sta seduto accanto perché ancora non ti ha buttato giù di sotto».

Non lo si impara a scuola, che le persone possono dimenticar­e quello che tu fai per loro e quello che tu dici loro, ma mai dimentiche­ranno quello che fai sentire loro. Non lo insegna nessuno, che la voce del verbo «aiutare» è la più facile e gratifican­te da coniugare in tutti i tempi, al passato, al presente e al futuro. Né è scritto da alcuna parte che le buone azioni sono il migliore investimen­to che esista perché il valore è inestimabi­le e non v’è modo di venderle o acquistarl­e. Ma pur se non si insegna e non si impara, la buona volontà c’è, esiste, è nelle corde di alcuni. Per esempio, è nel quotidiano di Danilo. Che è tra i fondatori a Reggello della Croce Azzurra, che è per anni il presidente, che alimenta la crescita e lo sviluppo dell’associazio­ne, aumentando settori di intervento, spazi sociali, parco mezzi, numero di volontari, sedi e soprattutt­o l’apprezzame­nto di chi vive nel Valdarno.

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