I relitti del mondo nei paesaggi d’artista «L’uomo abbandona senza rispetto, ma la natura crea opere affascinanti»
A Massa gli scatti della Piqueras, cresciuta tra Ray e Dalì
Relitti abbandonati e dimenticati, ruggine, petroliere inattive come giganti caduti, decadenza, cieli tormentati, acque agitate e luce. C’è tutto questo in Passaggio dell’umanità la mostra fotografica di Francesca Piqueras, brillante artista italo-peruviana-francese, che espone a Massa, nelle sale cinquecentesche di palazzo Ducale fino al 26 novembre.
Figlia d’arte, vive circondata da personaggi come Marcel Duchamp, Man Ray e Salvador Dalì, di cui conserva un unico piccolo ricordo: «Eravamo ospiti a casa sua, a Cadaques. Era estate, mio padre mi fece sedere sulle sue ginocchia, ero molto piccola; lui mi disse: “non farmi la pipì addosso”». Ha studiato storia dell’arte, del cinema, ha lavorato come montatore; colpita da Deserto Rosso di Michelangelo Antonioni, la sua attenzione si concentra sulla civiltà industriale e inizia a camminare da sola e a viaggiare, sviluppando attrazione per mondi lontani, disastri umani, architetture industriali galleggianti, esche marine, carcasse di navi, tracce del malefico passaggio dell’uomo, che lei non giudica, ma fotografa in silenzio. La sua prima esposizione risale al 2007, una serie di bianco e nero sull’universo urbano che lei non esita a mostrare con crudo realismo, poi passa al colore e nel 2011 presenta la serie Architettura dell’assenza scatti sugli smantellamenti dei battelli nei cantieri in Bangladesh. Il relitto diventa scultura, grazie anche a un complicato studio e lavoro che Piqueras fa sulla luce, che trae dal cielo e dall’acqua.
I suoi scatti immortalano sempre vecchie strutture industriali abbandonate in mare, elemento indispensabile, assieme al cielo e alla ruggine. Francesca Piqueras gira il mondo su pescherecci di fortuna, da Capo Verde e Terra del Fuoco, Argentina, Scozia, Siberia e raccoglie immagini impressionanti, disastri ambientali che appaiono però bellissimi. «Siamo noi — ha detto l’artista durante la presentazione della sua personale — noi, mostruosi e belli. L’uomo abbandona senza rispetto, ma la natura, costretta a digerire i suoi relitti, crea paesaggi affascinanti e terrificanti. È puro estetismo industriale, estetismo dell’abbandono e dei disastri». Ventotto le opere che vedremo in mostra tra reliquie delle navi da carico, impianti petroliferi e strutture militari, dove non esistono più gli esseri umani, ma soltanto desolazione. La mostra fa parte di un ciclo importante di appuntamenti, «Art Now», fortemente voluti dal Comune di Massa, sotto la direzione artistica di Mauro Daniele Lucchesi, che ha puntato tutto sull’arte contemporanea. Rimarrà aperta fino 26 novembre, dal martedì al sabato (ore 17-20). Per informazioni consultare il sito www.comune.massa.ms.it.