Corriere Fiorentino

NEVE AL MAGGIO SONNAMBULA IN FUNIVIA

Da domani va in scena l’opera di Bellini nell’allestimen­to del Teatro La Fenice La regia è di Bepi Morassi: «Vi porto negli anni Trenta, in una stazione sciistica della Svizzera. Se verrò a lavorare qui con Chiarot? No, sono tutti bravissimi»

- Valeria Ronzani

Il sonnambuli­smo è un fenomeno che per secoli è stato avvolto di mistero, dando adito a miti e leggende. Non sarà certo un caso la notazione che Bepi Morassi, regista de La sonnambula di Vincenzo Bellini, la cui prima è in calendario domani al Maggio Musicale (ore 20, repliche 22, 26 e 29 novembre), ci lancia senza darci peso. Proprio negli anni in cui Bellini compone il suo capolavoro la scienza cominciava a comprender­e il singolare fenomeno. Il libretto è di Felice Romani. La prima rappresent­azione avvenne il 6 marzo 1831 al Teatro Carcano di Milano. Ambientata in Svizzera in un’epoca imprecisat­a, viene spostata da Bepi Morassi in una località sciistica degli anni Trenta. E, parola d’onore, funziona, eccome. Vedere arrivare il conte Rodolfo in funivia o un allegro torpedone di festanti turisti sono momenti di delizia teatrale. Merito anche delle scene di Massimo Cecchetto, dove al manto innevato si fonde la vivacità del rosso, e dei costumi di Carlos Tieppo. «Io adoro gli anni Trenta — ci dice Morassi — il cinema di Ernst Lubitsch. Ma il vero ispiratore è una personalit­à ingiustame­nte poco conosciuta, l’italo austriaco Luis Trenker. Faceva il maestro di sci, venne scritturat­o come consulente dell’attore e, come spesso succede, divenne attore lui stesso, facendo molti film sulla montagna e vincendo nel 1935 la coppa Mussolini al Festival di Venezia come miglior attore. L’allestimen­to ha visto la prima nel 2012 alla Fenice di Venezia e ha conosciuto anche diversi passaggi televisivi su Sky Classica. Perché Bepi Morassi lavora da anni al Teatro La Fenice. Ciò nonostante ha un curriculum spaventoso. «È perché sono vecchio», si schernisce lui. In realtà, alla faccia dell’età, sta lavorando a una prima assoluta, il recupe-

ro di un’opera di Spontini, Le metamorfos­i di Pasquale, in scena a gennaio al Malibran a Venezia e a Jesi alla Fondazione Spontini. Inizi teatrali con Roberto De Simone, aiuto di Mauro Bolognini, «ma amo il teatro in diretta, il cinema lo amo da spettatore». Una passione per il virtuosism­o e per Rossini, riuscendo però sempre a rivelare la tessitura teatrale di personaggi­o che, come la dolce Amina protagonis­ta di Sonnambula, non è la pupattola inespressi­va che tante volte abbiamo visto, ma una donna vera. «Ovviamente essendo cambiati i protagonis­ti anche certe attitudini sono diverse. L’importante è che emerga il personaggi­o. Elvino è Shalva Mukeria, mi segue dappertutt­o, ormai è un mio fedelissim­o»; Amina è Laura Giordano, sul podio dell’Orchestra del Maggio Sebastiano Rolli, a dirigere il Coro Lorenzo Fratini. E se gli chiedi se per caso seguirà Chiarot qui a Firenze Bepi Morassi ti risponde che no, non ce ne è proprio bisogno, «sono tutti bravissimi».

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 ??  ?? Gallery Dall’alto: il pulmino rosso dei turisti in una scena de «La sonnambula» e il regista Bepi Morassi. A sinistra un momento delle prove con Laura Giordano (Amina) e Shalva Mukeria (Elvino) foto: Simone Donati/Terra Project/ Contrasto
Gallery Dall’alto: il pulmino rosso dei turisti in una scena de «La sonnambula» e il regista Bepi Morassi. A sinistra un momento delle prove con Laura Giordano (Amina) e Shalva Mukeria (Elvino) foto: Simone Donati/Terra Project/ Contrasto
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