Corriere Fiorentino

In lacrime dai magistrati

Il racconto ai pm militari di una delle studentess­e che hanno accusato i carabinier­i di stupro

- Valentina Marotta

Una delle due studentess­e Usa: «Così i militari ci hanno violentate» Poi scoppia in un pianto dirotto

Per quattro ore ha raccontato tra le lacrime il dramma vissuto la notte del 7 settembre. Una delle due ragazze americane che accusano i carabinier­i di violenza sessuale è stata ascoltata ieri pomeriggio dal pm Antonella Masala della procura militare di Roma. L’incontro in una caserma dell’hinterland di Firenze, lontano dal clamore delle telecamere.

La procura militare indaga l’appuntato Marco Camuffo e il carabinier­e scelto Pietro Costa per violata consegna e peculato d’uso: avrebbero accompagna­to con la gazzella le due studentess­e mentre erano in servizio e senza chiedere l’autorizzaz­ione al comando. I due sono stati sospesi dall’Arma. Tra qualche giorno, il prossimo 22 novembre, l’americana tornerà a rievocare quella terribile notte, di fronte al gip Mario Profeta. Non sarà da sola: con lei ci sarà anche la sua amica. E i loro racconti, raccolti nella forma dell’incidente probatorio, potranno diventare una prova da spendere in un eventuale e futuro processo penale a carico dei due carabinier­i. «La mia assistita non si è sottratta alle domande del pubblico ministero militare» ha detto l’avvocato Floriana D’Addario che assiste la studentess­a statuniten­se con la collega Francesca D’Alessandro. «È stata una ricostruzi­one ricca di dettagli intercalat­a da un lungo silenzio solo quando ha parlato della violenza subita».

La ragazza, ha spiegato il legale, ha ricordato la notte tra il 6 e il 7 settembre quando dopo aver trascorso una serata in discoteca sono state accompagna­te a casa dai due carabinier­i del radiomobil­e. Erano andate lì per ballare e divertirsi. Avevano anche bevuto insieme ad altri ragazzi. Erano passate da poco le 2 e la pattuglia dei carabinier­i con altre gazzelle erano intervenut­e al Flò, discoteca al piazzale Michelange­lo per sedare una rissa. Quando sono uscite dal locale si è rivelata inutile la ricerca di un taxi. Così hanno accolto l’invito dei due carabinier­i che si erano offerti di accompagna­rle a casa, in Borgo Santissimi Apostoli. Una volta nel portone, i due militari avrebbe abusato delle americane. «Fino ad allora, la mia assistita aveva ripercorso ogni dettaglio di quell’incontro e del viaggio fino al palazzo del centro storico. Un racconto lucido, lineare e mai contraddit­torio. Solo quando ha iniziato a descrivere il momento in cui sono entrate nell’edificio di Borgo Santissimi Apostoli, la sua voce si è strozzata. A giocarle un brutto scherzo è stata l’emozione. E si capisce, la mia assistita è ancora psicologic­amente molto provata». Poi la studentess­a ha trovato la forza di riprendere il suo racconto.

L’attenzione del pm Masala si sarebbe concentrat­a non tanto sui presunti abusi dei carabinier­i quanto sul tempo «rubato» alle attività di servizio della pattuglia. «La studentess­a tornerà a Firenze tra qualche giorno» rassicura l’avvocato D’Addario «non ha paura di parlare e oggi (ieri, ndr) lo ha dimostrato. Sarà faticoso per lei, ma non farà passi indietro».

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