Arrestato sul lungomare con 4 bombe in auto «Ma non è terrorismo»
Arrestato un 65enne sul lungomare. Gli ordigni erano collegati a un telecomando
La Guardia di finanza lo ha fermato sul lungomare durante un controllo antidroga: nella sua auto c’era un sacchetto di plastica con dentro 4 bombe artigianali collegate a un telecomando. L’uomo, un 65enne di Livorno, è stato arrestato. La Procura: non è terrorismo.
Non si sa quale fosse l’obbiettivo dell’uomo La Procura esclude la pista terroristica
Viaggiava in auto con quattro bombe rudimentali chiuse in un busta di plastica. Si chiama Stefano Del Carratore il livornese di 65 anni finito ai domiciliari per porto abusivo di esplosivo. Il ritrovamento di oltre un chilo di polvere pirica — anticipato sulle pagine livornesi de Il Tirreno e de Il
Telegrafo — è avvenuto giovedì scorso durante un controllo nei pressi di Porta a Mare, a due passi dal porto mediceo. I finanzieri, che stavano facendo un servizio antidroga con l’ausilio delle unità cinofile, hanno fermato un’auto, risultato essere di proprietà di un farmacista che è completamente estraneo alla vicenda. Partono i controlli di routine nell’abitacolo del veicolo.
Ad insospettire i finanzieri, una shopper di plastica, appoggiata sul sedile del passeggero. Poi, la sorpresa. Nella busta c’erano quattro ordigni esplosivi realizzati artigianalmente ma potenzialmente attivi con un innesco governabile a distanza da un telecomando. A quel punto sono scattate le misure di sicurezza. La polizia di frontiera aerea di Pisa ha accertato che gli ordigni contenevano oltre 1.100 grammi di polvere pirica: erano collegati con una miccia pirotecnica a degli accenditori di sicurezza, connessi a loro volta ad alcune riceventi elettroniche dotate ad un’antenna. Per attivare le singole cariche sarebbe quindi bastato usare il telecomando a distanza, che è stato trovato e sequestrato. Sarà una perizia a stabilire se quella carica sarebbe potuta esplodere. Del Carratore è stato quindi arrestato e rimarrà ai domiciliari almeno fino all’udienza di convalida. Il procuratore capo Ettore Squillace Greco esclude collegamenti col mondo del terrorismo. Gli inquirenti, tuttavia, cercano di capire come mai il livornese, che risulta essere un rappresentante di prodotti farmaceutici, potesse avere in macchina quel materiale. Del Carratore è un nome completamente sconosciuto agli uffici dell’Antiterrorismo: in passato ha avuto qualche piccolissimo precedente di polizia legato, fra l’altro, a una vicenda di presunti mancati pagamenti alla moglie. Ha un porto d’armi per tiro sportivo: segno evidente che ha una familiarità con la polvere da sparo. Giovedì pomeriggio, quando i finanzieri lo hanno bloccato in viale Italia, sul lungomare, lui è rimasto in silenzio: non avrebbe detto una parola su quella misteriosa carica esplosiva. In attesa di capire se l’uomo spiegherà il proprio gesto di fronte al giudice dell’udienza di convalida, gli inquirenti sono al lavoro per capire chi abbia fornito quella polvere pirica. Al momento, non emergono legami tra l’indagato e gruppi della criminalità organizzata. In via del tutto ipotetica chiunque — cercando informazioni su Internet — può essere in grado di fabbricare un ordigno esplosivo come quello rinvenuto a Livorno. Ammesso che quella bomba artigianale sia stata fabbricata da Del Carratore, la Finanza ora dovrà capire a che cosa servisse. Quella bomba a chi, eventualmente, era destinata?
Il giallo