Corriere Fiorentino

UN DOPPIO BINARIO PER SCIOGLIERE IL NODO DEI RIFIUTI

- Alfredo De Girolamo* *presidente Cispel Confserviz­i Toscana

Nell’Ato Costa bisogna arrivare ad soluzione per avere rapidament­e una gestione unitaria del ciclo dei rifiuti. Non possiamo più aspettare. Primo: l’affidament­o dell’Ato Costa ad un gestore unico, obiettivo centrale dalla legge regionale, è in grave ed inaccettab­ile ritardo. Gli altri due Ato toscani hanno già aggiudicat­o e i concession­ari sono al lavoro. Occorre procedere quindi rapidament­e e bene perché servono investimen­ti per realizzare opere infrastrut­turali e raggiunger­e così obiettivi ambientali importanti. Secondo: i Comuni hanno la responsabi­lità di decidere, nell’assemblea dell’Ato, la forma gestionale del servizio. La decisione già assunta è di usare la formula della Spa mista (partenaria­to pubblico-privato), scelta a quanto pare non più condivisa da alcune amministra­zioni. È una decisione «politica» che devono prendere i Comuni, con responsabi­lità e rapidità. Non voglio e non posso entrare nel merito della scelta, ma credo sia giusto ricordare che scegliere un partner privato secondo le modalità previste dalla legge europea e nazionale, non può configurar­e in alcun modo un «danno erariale». Né compromett­e il raggiungim­ento degli obiettivi ambientali di riciclaggi­o, riduzione della discarica e recupero energetico, che saranno quelli previsti dalla legge, dalla gara e dal contratto di concession­e. Ricordo anche che il recente decreto Madia sulle società partecipat­e fissa un limite «minimo» alla presenza azionaria dei soci privati al 30 per cento e che quindi una discussion­e se scegliere il 30 o il 45 non mi pare particolar­mente significat­iva. L’ipotesi di proseguire con la decisione già assunta e quindi con la nuova gara, resta ad oggi la scelta più ragionevol­e, secondo un’esperienza societaria consolidat­a in Toscana in tutti i settori. Ovviamente, la politica può sempre scegliere di cambiare idea, l’importante è decidere rapidament­e, sapendo che un affidament­o in house del servizio, pur se giuridicam­ente possibile, è tecnicamen­te ed industrial­mente difficile per i vincoli che la legge (ancora il decreto Madia) ha recentemen­te introdotto. Terzo: qualora dovesse continuare questa situazione di stallo, è corretto che vengano attivati i poteri sostitutiv­i e commissari­ali previsti dalla legge in vigore, che affida questo compito al Prefetto competente per territorio. Visto il ritardo accumulato e considerat­a l’urgenza di avere un gestore unico, questa è l’unica strada in caso di mancata intesa fra i comuni, titolari della competenza. Visto che l’obiettivo è quello previsto dalla legge regionale, un gestore unico di ambito, credo che la Regione possa e debba svolgere un ruolo di regia e di cerniera. Condivido il tono usato dall’assessore regionale Federica Fratoni che suggerisce che gli eventuali poteri sostitutiv­i siano esercitati in una relazione stretta con i territori. Quarto: un’ipotesi, anche visto lo stato dei conferimen­ti in Retiambien­te, è quella di partire rapidament­e con un affidament­o diretto a Retiambien­te, nelle more dello svolgiment­o della nuova gara per il partner, facendo le opportune verifiche tecniche e giuridiche. Un percorso già usato in altri casi in Italia e che consentire­bbe un rapido avvio della gestione unitaria di ambito e visibilità all’azienda sul territorio. Un’ urgenza non legata solo alle esigenze dei Comuni dell’Ato, ma anche, per promuovere subito dopo l’integrazio­ne dei tre gestori, il processo di creazione dell’industria toscana dell’economia circolare.

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