Corriere Fiorentino

UNA STAGIONE QUALUNQUE

- Sandro Picchi

Evitata la sconfitta, confermata la mediocrità. Salvata dal nuovo ricco Federico Chiesa, fresco reduce dalla firma del contratto che, volendo dubitare, non esclude una milionaria partenza, la Fiorentina ha riproposto a Ferrara, contro la Spal dalla bassa classifica, le sue caratteris­tiche che sono quelle di una squadra di ridotte attitudini calcistich­e. La stagione andrà avanti così, temiamo, con un anonimato che da una parte è rassicuran­te (otto punti sulla terzultima) dall’altra è scoraggian­te perché, salvo un netto progresso del quale, dopo le tre vittorie consecutiv­e, si sono smarrite le tracce, rimane la prospettiv­a di una stagione qualunque, con le giornate che scorrono verso un futuro di ambizioni sempre più ridotte. Neanche lui, il futuro, è più quello di una volta. Il problema, o meglio uno dei problemi, lo si può individuar­e anche nella mancanza di regolarità sul piano individual­e con giocatori che passano da un estremo all’altro e che da determinan­ti diventano quasi invisibili (Benassi). O che da invisibili diventano determinan­ti (Simeone nell’assist per Chiesa). Ma è il dato generale di una squadra che non cresce — e semmai decresce — a preoccupar­e. Pioli si sforza, però se lascia giustament­e da parte Biraghi, si imbatte in Maxi Olivera già tolto di squadra per far posto a Biraghi. Il gatto viola si morde la coda e fino a quando la coda non è quella della classifica, tanto meglio. Qualche buon giocatore, come Pezzella, rischia, per contagio, di peggiorare. Il calendario è in agguato: Lazio e Napoli fuori casa con l’intermezzo più morbido, ma comunque insidioso perché con questa Fiorentina tutto è insidioso, della partita casalinga con il Sassuolo. Come al solito è doveroso prospettar­e qualcosa di positivo per non innaffiare sempre la pianta con l’acido muriatico, come raccomanda­va di evitare un nostro collega, sempre incoraggia­nte. Ci sforziamo e allora puntiamo sul ritorno di Thereau e perfino su quello di Laurini, il miglior terzino disponibil­e in un ruolo di perdute tradizioni. Meno male che c’è Chiesa, che fa il gol e che fa anche il terzino, o il mezzo terzino.

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