Una liberalizzazione (ma solo fino a 90 giorni) per salvare Westminster
A Westminster, quartiere di Londra, a fronte di 235 mila residenti, oggi sono disponibili oltre 7 mila appartamenti tramite Airbnb. Una delle più «affollate» tra le 33 municipalità in cui è divisa Londra, che ha un totale di 55.500 appartamenti disponibili (a ieri). «Westminister, assieme a South Camden, Hackney, Tower Hamlets, è uno dei quartieri dove più forte è stato l’impatto dell’uso turistico delle case tramite le piattaforme di home sharing» spiega Tom Copley, consigliere comunale membro della commissione casa nell’amministrazione londinese. Proprio qui, a Londra, si è attuato un procedimento diverso rispetto a quello di molte altre città. La normativa, fino a due anni fa, non prevedeva grandi limiti per gli affitti a turisti dei propri appartamenti. Una situazione che aveva creato un «boom» inarrestabile: sempre guardando alla sola Westminster, l’incremento annuale degli ultimi anni è sempre stato a due cifre, fino ad arrivare al 105% rispetto all’anno scorso. L’amministrazione londinese (che ha maggiori poteri di quelli di una normale città inglese, figuriamoci di quelle italiane) ha regolamentato per porre un freno. La scelta è stata quella di far emergere la differenza tra l’attività svolta in modo professionale e quella «amatoriale», che poi sarebbe lo spirito da cui è nata Airbnb: cioè mettere un tetto per dividere le due categorie. «La legge è cambiata nel 2015. Prima dovevi avere un permesso per affittare l’appartamento per brevi periodi. Ora puoi farlo, senza permessi, fino a 90 giorni. Ovviamente, il problema è sapere chi lo fa davvero» spiega Copley. Il problema, prosegue il politico laburista, «è che i consigli comunali locali non hanno queste informazioni. Airbnb da sola sta applicando la legge, chiedendo espressamente, a chi supera i novanta giorni, se hanno il permesso o no». Un cambiamento di prospettiva, una collaborazione in arrivo da Airbnb che ha portato frutti? Sul fronte dei prezzi, è difficile dirlo: «I prezzi erano già in aumento da sempre, sempre più persone vogliono vivere a Londra, è complesso capire quanto Airbnb pesi nelle dinamiche dei prezzi» spiega Copley. «Abbiamo visto comunque una diminuzione degli appartamenti offerti via Airbnb: il problema è che ci sono molte altre piattaforme. E l’accesso ai dati è la chiave per affrontare il problema, da parte di chi governa e fa queste scelte. Perché ci sono persone che si sentono ormai gli ultimi».