Corriere Fiorentino

«Ora stop interventi chirurgici col metodo Zamboni»

Il professor Massacesi e il sistema che non cura la sclerosi multipla: «Errore, ma non imbroglio»

- G.G.

L’Università di Firenze è tra i sei centri di ricerca che hanno provato l’inefficaci­a dell’angioplast­ica per questa patologia

«D’ora in poi, dopo i risultati di questo studio, nessuno è più autorizzat­o a fare questo tipo di interventi chirurgici». Il professor Luca Massacesi, ordinario di neurologia all’Università di Firenze, torna sul caso del «metodo Zamboni», dopo che uno studio che ha coinvolto sei centri di ricerca italiani è arrivato alla conclusion­e che l’intervento di angioplast­ica per dilatare le vene extracrani­che non serve a migliorare le condizioni dei malati di sclerosi multipla.

Il caso del chirurgo ferrarese Paolo Zamboni aveva fatto il giro del mondo, alimentand­o le speranze di migliaia di malati. Ma ora che lo studio commission­ato dalla Regione Emilia Romagna, cui l’Ateneo fiorentino ha partecipat­o, ha sentenziat­o la sua inefficaci­a, «diventa malpractic­e (abuso, ndr) compiere quell’intervento», anche nel caso in cui ci fossero ancora malati intenziona­ti a sottoporsi all’angioplast­ica.

Firenze ha contribuit­o in modo decisivo ad arrivare risultati della ricerca, perché Massacesi ha avuto il compito di analizzare tutte le risonanze magnetiche, oltre quattrocen­to, svolte sui pazienti coinvolti nello studio: «Da un lato, non ho voluto reclutare miei pazienti per la ricerca, perché ritenevo il metodo Zamboni inefficace — spiega — dall’altro, questo mi ha consentito di essere assolutame­nte imparziale: le risonanze che analizzavo arrivavano dagli altri centri coinvolti; così io non potevo sapere chi fosse stato sottoposto all’intervento e chi no. Il mio parere non è stato in alcun modo condiziona­bile». Così, il metodo chirurgico di Zamboni è risultato inefficace nel ridurre la disabilità dei malati di sclerosi multipla e nel rallentare la comparsa di nuove lesioni cerebrali. Lo studio, Brave Dreams, ha avuto importanti riscontri internazio­nali, tanto che la rivista scientific­a Jama Neurology, sul quale l’articolo è stato pubblicato, gli ha dedicato anche l’editoriale. E molto positivo. Un «onore» concesso solo alle ricerche di massimo rilievo.

«Il senso di quell’editoriale è che solo la ricerca scientific­a ben fatta può correggere gli errori che tutti possiamo commettere; la ricerca è di per sé un esempio di buona pratica medica — spiega — il risultato dello studio è un dato negativo, nel senso che abbiamo dimostrato l’inefficaci­a del metodo, però anche i dati negativi sono importanti». Per Massacesi, l’inefficaci­a del metodo chirurgico di Zamboni «è stato un errore, non un imbroglio » . Insomma, di fronte a tante false speranze che in medicina vengono create da guaritori fraudolent­i, il medico ferrarese era in buona fede.

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Luca Massacesi
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Paolo Zamboni

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