Viola, i conti non tornano
Nell’era Della Valle solo in due occasioni è andata peggio a questo punto della stagione L’ottimismo di Pioli: «La nostra strada rimane in salita ma dopo la salita c’è sempre una discesa»
Il giorno dopo il pari di Ferrara la soddisfazione è a metà. Per la prima volta in stagione la Fiorentina è riuscita a rimontare un gol di svantaggio, ma il punto finale non solo non cambia la classifica anonima, ma rende l’attuale rendimento della squadra di Pioli uno dei peggiori dall’arrivo dei Della Valle a Firenze. «Non siamo stati abbastanza pericolosi in relazione a ciò che abbiamo provato a costruire — dice il mister — la nostra strada è ancora in salita ma dopo la salita c’è sempre una discesa». Ma i 17 punti fin qui collezionati sono il terzo peggior risultato negli ultimi 14 anni, e per trovare numeri peggiori serve tornare indietro alla gestione Mihajlovic e al trio Mondonico/Buso/ Zoff. Con il serbo in panchina, dopo 13 turni, i viola avevano rispettivamente 15 punti nel primo anno e 16 nel secondo, quello dell’avvicendamento con Delio Rossi e della successiva salvezza con Guerini in panchina.
E anche se rispetto all’anno scorso la distanza da Paulo Sousa è rappresentata da un’unica vittoria, la quota attuale appare decisamente lontana da quelle del passato. Lo stesso portoghese, per esempio, al suo arrivo a Firenze, dopo tredici partite, era già in vetta alla classifica con 28 punti, mentre Montella soltanto nel suo ultimo anno non aveva toccato quota 20 punti (ne aveva uno in meno nella stagione 2014-2015) visti i 24 e i 27 punti collezionati al secondo e al primo anno sulla panchina viola. Quanto a Prandelli nemmeno la penalizzazione per Calciopoli (stagione 2006-2007 con -15 di partenza ma 20 punti sul campo nelle prime 13) aveva influenzato più di tanto una media comunque migliore.
È così la prima stagione di Serie A dei Della Valle a rappresentare l’altro picco in negativo. Con l’esonero di Mondonico dopo appena sei giornate, e il successivo arrivo di Sergio Buso, i viola si ritrovarono a 16 punti nel 2004, in una stagione che avrebbe poi sortito un ulteriore cambio con l’arrivo di Zoff. A quei tempi, però, erano i «cattivi pensieri» sugli arbi- traggi a inficiare le prestazioni, oggi la crisi nasce da fattori diversi. E più profondi.
Pioli è alla ricerca di correttivi a un assetto ancora precario, tanto che a Ferrara, nella ripresa, ha scelto la difesa a tre. Una nuova variante a un sistema di gioco, il 4-3-3, già modificato in corsa rispetto all’iniziale 42-3-1, un’altra virata alla ricerca di un gioco più fluido. E se in principio è stato l’arretramento di Benassi nei tre di centrocampo a rappresentare il cambiamento principale, adesso gli esperimenti si sono spostati in difensa. Con l’uscita di Maxi Olivera, sotto di un gol, ad Astori e Pezzella si è aggiunto Sanchez come terzo centrale con conseguente sacrificio di Chiesa sull’intera fascia. Un abbozzo di 3-4-1-2 fino a oggi intravisto solo a partita in corso, quando qualche scampolo di gara era toccato persino a Vitor Hugo. È capitato in due partite poi vinte, contro Bologna e Udinese, ma anche in due occasioni dove non c’era da rimontare. E allora potrebbe essere proprio il brasiliano, insieme al serbo Milenkovic, una delle alternative per un’ulteriore evoluzione tattica, quella della difesa a tre. Perché è soprattutto dietro bisogna migliorare, come testimoniano i 18 gol fin qui subiti.