Corriere Fiorentino

E Sesto lavora a un museo diffuso sul burattino

Venerdì una tavola rotonda a Villa Gerini. «Coinvolger­emo le realtà del territorio»

- Antonio Passanese

Un museo diffuso nei luoghi che ispirarono lo scrittore Carlo Lorenzini, il babbo del burattino più famoso del mondo. Tra la Piana, Castello e Peretola, l’associazio­ne «Pinocchio a Casa Tua» sta progettand­o di aprire (a Sesto in un edificio per ora top secret) una grande esposizion­e — con una serie di «succursali» disseminat­e sul territorio — con raccolte di scritti, locandine d’epoca e testi, un parco giochi ed anche statue dedicate proprio a Pinocchio: il punto su questa iniziativa verrà fatto durante la tavola rotonda organizzat­a dal sodalizio che riunisce i fan del burattino per venerdì 24 novembre a Villa Gerini (ore 16). «Sono anni che Pinocchio a Casa Tua spinge per trovare una strada che consenta la realizzazi­one di una mostra permanente da dedicare al beniamino di tante generazion­i di bambini proprio nei luoghi in cui è stato pensato — spiega il presidente Giuseppe Garbarino — Nel nostro progetto vorremmo coinvolger­e tante realtà del territorio, come la proloco, la casa del Popolo di Castello, gli Amici di Doccia, l’Università di Design di Calenzano e le istituzion­i». Insomma, a 191 anni dalla nascita la memoria di Collodi è sempre viva, tanto che nel corso degli anni si sono sviluppate, accumulate e sovrappost­e storie e racconti su Pinocchio, i personaggi e i luoghi della fiaba. «Ci sono, ad esempio, più notizie su Maestro Ciliegia che su Geppetto — continua Gabarino — C’è chi afferma che il falegname abitasse in via della Petraia, chi in via di Collodi, chi in un casolare vicino alla ferrovia». Come alcuni sostengono che il Paese dei Balocchi altro non è che Sesto, celebre per la sua ricca fiera, mentre il Paese dei Barbagiann­i, dove il Gatto e la Volpe conducono Pinocchio, è Colonnata («il loro nascondigl­io»), dove con l’epiteto «barbagiann­i» venivano indicati quegli operai della Ginori (per lo più provenient­i da Colonnata, Sesto, Calenzano e Castello) che svolgevano i lavori più umili e perciò alla fine della giornata erano pieni di polvere e terriccio. E se il Gatto e la Volpe erano due ladri di polli di Sesto, chi era la fata dai capelli turchini, che appare in sogno a Pinocchio «tutta bella e sorridente » ? È esistita davvero? Qualcuno sostiene addirittur­a di averla conosciuta: pare che fosse Giovanna Ragionieri, la piccola figlia del giardinier­e di villa «Bel riposo», a cui, anche in vegliarda età, continuava­no ad arrivare lettere affettuose da tutto il mondo. «Il racconto di Pinocchio — conclude Garba- rino — è un continuo intreccio di situazioni e ricordi sparsi sul territorio, spesso rimossi dal tempo, come la permanenza nel paesino di Sesto di un certo Guglielmo Marconi tra il 1880 e il 1885 che, quando girellava per le strade del piccolo centro fuori Firenze, veniva chiamato bonariamen­te “Pinocchio”, per il suo naso che ricordava quello del burattino».

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Alcune curiosità legate a Pinocchio nella Villa Gerini sede dell’associazio­ne «Pinocchio a casa sua»

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