Corriere Fiorentino

L’aula bunker dove sono state sentite le studentess­e Usa

Al bunker le studentess­e che accusano di stupro i carabinier­i. I legali dei militari: non devono scusarsi

- Mollica

Più di dodici ore dentro un’aula bunker blindata e assediata dalle telecamere e dai giornalist­i. Le due ragazze americane che accusano di violenza sessuale due carabinier­i sono ritornate a Firenze per ripetere davanti a un giudice le accuse contro i carabinier­i indagati per violenza sessuale. È un’udienza fiume — intervalla­ta solo da brevissime pause-panino alle 15 e alle 22 — l’incidente probatorio chiesto dalla pm Ornella Galeotti che serve a cristalliz­zare le loro testimonia­nze che verranno poi utilizzate nel corso del processo. Le due studentess­e sono arrivate ieri mattina alle 10 nell’aula di Santa Verdiana a bordo di un furgone con i vetri oscurati, scortate dai poliziotti della squadra mobile, e sono uscite una alle 18.30, l’altra in tarda serata. Ad attenderle c’erano gli avvocati Gabriele, Nicola e Marco Zanobini e le avvocatess­e napoletane Francesca D’Alessandro e Floriana De Donno.

Per tutto il giorno, separatame­nte, le due ragazze, tra le lacrime, hanno ripetuto le loro accuse rispondend­o alle domande su quanto accaduto quella notte dopo una serata in discoteca. Ad ascoltarle nell’aula accanto attraverso un monitor c’era solo Pietro Costa, il carabinier­e scelto di 32 anni, difeso dagli avvocati Giorgio Carta e Andrea Gallori. L’appuntato Marco Camuffo, 44 anni, difeso dall’avvocatess­a Cristina Menichetti, ha scelto invece di restare a casa.

Non si sono mai incontrati le ragazze e i due carabinier­i, così come prevede l’audizione in modalità protetta. A fare le domande alle ragazze, con l’aiuto di un interprete, è stato il giudice Mario Profeta. «Ho presentato un elenco di 250 domande per ciascuna delle ragazze», ha spiegato l’avvocato Carta prima di entrare in aula.

Ci sono stati momenti drammatici, hanno confermato i legali alla fine dell’udienza. La ragazza più giovane alla fine, stremata, è svenuta. Nell’aula bunker c’è stata una vera e propria battaglia sull’ammissione delle domande, molte stoppate dal giudice, come quella avanzata dal legale di Camuffo che voleva sapere se la ragazza quella sera indossasse gli slip.

«Da questa udienza — dicono gli avvocati Zanobini alla fine dell’udienza — la tesi accusatori­a ne esce rafforzata». «Non c’è stata alcuna violenza sessuale — hanno ribadito i legali dei militari — I carabinier­i non hanno chiesto scusa alle ragazze perché non c’è nulla di cui scusarsi. La ragazza ha dato il suo numero di cellulare a un carabinier­e dopo il rapporto sessuale».

Il giudice Mario Profeta, prima di ieri, non aveva mai incontrato le due studentess­e americane, nè i due militari. Ma lo scorso 21 settembre nel rigettare la richiesta di interdizio­ne avanzata dalla procura aveva giudicato attendibil­e il racconto delle ragazze nel ricostruzi­one fatta dalla pm Galeotti di tutta la vicenda partita alle 3.48 del 7 settembre scorso, quando è arrivata una telefonata alla centrale della polizia da parte di una ragazza straniera che diceva di chiamare da Borgo Santissimi Apostoli. «Venga a prenderci per favore, violentati dalla polizia, polizia, macchina, la casa», diceva una voce femminile. Alle 4.06 arrivano due volanti all’indirizzo indicato. Al terzo piano ci sono le due studentess­e americane con due amiche. Le ragazze sono in stato di choc e una piange a dirotto. Con l’aiuto di un’interprete gli agenti vengono a sapere che le due americane erano state al Flò di piazzale Michelange­lo. Una di loro — l’altra era incapace di parlare — dice di aver subito violenza con l’amica da parte di due carabinier­i conosciuti nel locale. Gli abusi sarebbero avvenuti nel pianerotto­lo del terzo piano, di fronte all’ingresso dell’abitazione e all’interno dell’ascensore. Vengono sequestrat­i i pantaloni e la minigonna delle due ragazze, entrambe con alcune macchie.

Le ragazze raccontera­nno che quella sera, nel locale, i carabinier­i — che erano intervenut­i alle 2.10 per la segnalazio­ne di una rissa — si sono offerti di accompagna­rle a casa con l’auto di servizio perché non riuscivano a trovare un taxi. Le telecamere all’esterno del Flò riprendono le due ragazze che escono dal locale alle 2.41 e che salgono sulla gazzella dei carabinier­i alle 2,46.

Le analisi rivelano che le due ragazze hanno un livello alto di alcol nel sangue: una 1,59 alle 6.51, l’altra 1,68 alle 6,40. Le telecamere della zona rilevano il passaggio della Fiat Bravo dei carabinier­i mentre entra in Borgo Santissimi Apostoli alle 3,14 ed esce alle 3.32, sedici minuti prima della telefonata arrivata al 113.

 Una delle domande non ammesse dal giudice: «Le ragazze portavano gli slip?»

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I giornalist­i fuori dall’aula bunker, dove sono state sentite le ragazze americane

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