Il caffè di Giuliano
Si riapre la polemica sull’alluvione. Borrelli: poca comunicazione. Nogarin: va cambiato il sistema
A Livorno «sarebbe bastato veramente poco per evitare che quella famiglia morisse». Angelo Borrelli, il capo della Protezione civile nazionale, prende la parola al convegno romano di Legambiente, organizzato per presentare il rapporto Ecosistema Rischio 2017, e torna sull’alluvione di Livorno del 10 settembre e sulla morte della famiglia Ramacciotti, travolta dall’esondazione del Rio Maggiore. «Comunicazione e informazione alla popolazione sono fondamentali — spiega Borrelli — Se i cittadini sono informati bene si riescono a gestire situazioni di crisi. Penso a Livorno dove sarebbe bastato veramente poco per evitare che quella famiglia morisse, sarebbe bastato spostarla solo di un piano». Quel «poco» suona come un attacco per quel che si sarebbe potuto fare per evitare la morte di quattro persone e non si è fatto. Nell’allerta meteo della Regione, il 9 settembre, si annunciava di un picco di precipitazioni a partire dalle otto di mattina di domenica 10; ma la pioggia forte arrivò già la sera del 9 e la macchina dell’allerta non avvisò che il pericolo sarebbe arrivato quando i livornesi erano ancora nei loro letti. All’alba di domenica, l’onda del Rio Maggiore travolse il seminterrato di via Nazario Sauro. «Borrelli ha ragione, nell’efficacia della comunicazione e nella presa di coscienza del pericolo sta gran parte del lavoro che dobbiamo fare — dice il sindaco di Livorno, Filippo Nogarin — Non spetta a me dire se c’è una colpa e di chi eventualmente è, sta alla magistratura fare chiarezza. Ma non vorrei che cercassimo uno, due o tre responsabili senza andare alla radice del problema. Perché quel che è successo la notte del 10 settembre a Livorno è successo anche a Genova, a Carrara, a Aulla». Quel «poco», il far salire i Ramacciotti giusto di un piano, secondo Nogarin è in realtà ancora «tanto», un obiettivo lontano: «Abbiamo ancora molto da lavorare. Prendiamo gli Stati Uniti, quando c’è un’allerta meteo importante si evacuano intere città. In Italia non sarebbe possibile fare altrettanto, perché non c’è abbastanza credibilità del sistema e non c’è consapevolezza del rischio da parte dei cittadini». E conclude: «Io potrei dire che la realtà è stata diversa da quanto annunciato dall’allerta meteo, che noi abbiamo comunque diramato le informazioni ai cittadini e che io non sono stato avvertito durante la notte, ma la realtà è che dobbiamo crescere tutti se non vogliamo che una cosa del genere si ripeta».