Omaggio a Bartali ma niente Giro La Toscana fuori dalla corsa rosa
Presentata la cora rosa. Bettini: «Stavolta è toccato a noi». Chioccioli: «Un peccato»
«Mi dispiace, la Toscana è terra di ciclismo. È un peccato che il Giro non passi da noi». Paolo Bettini e Franco Chioccioli non hanno dubbi, sono amareggiati per il Giro d’Italia 2018, presentato ieri, il cui percorso non passerà — fatto raro nelle sue 101 edizioni — per la nostra regione. «Ma se Ulissi sarà in corsa sarà protagonista», aggiunge Bettini.
Gli appassionati toscani dovranno accontentarsi di vedere il Giro solo in televisione. Raramente la corsa rosa non passa nella nostra regione, neppure per arrivi di tappa in altri territori, ma così sarà. Niente arrivi, niente partenze, nessun passaggio, nonostante i successi recenti di pubblico e passione, dalla crono del Chianti Classico allo sterrato dell’Ape di Poti, alla tappa con partenza davanti alla casa di Gino Bartali a Ponte a Ema del Giro 2017.
Ginettaccio è omaggiato dalla partenza della corsa da Gerusalemme, dove nello Yad Vashem il suo nome è inciso tra dello dei Giusti che hanno salvato vite di ebrei, ma resta l’amarezza di tifosi e campioni per un’edizione che si annuncia appassionante e che non toccherà la Toscana, pur passandoci vicino nella risalita da Sud a Nord, prima del volo finale a Roma dove il Giro d’Italia 2018 si chiuderà il 27 maggio. «Mi dispiace che la corsa non passi dalla Toscana, una regione che oggi come in passato, nella storia del pedale italiano e mondiale è sempre stata importantissima, sia coi suoi atleti che per numero di appassionati. Mi dispiace, anche perché lo scorso anno ci fu solo la partenza da Firenze, ma ci sta — sottolinea Paolo Bettini, il fuoriclasse di Cecina, oro iridato e olimpico, vincitore di tappe al Giro, ed ex ct della nazionale — ci sta perché se stai all’estero tre giorni poi devi saltare qualche territorio; se devi girare l’Italia qualcuno soffre e per tanti anni ha sofferto il Sud, che era saltato... Questa volta è toccato a noi». Per Bettini la scelta degli organizzatori non deve esser collegata alle difficoltà del ciclismo toscano, che ha perso anche corse prestigiose come il Gp Industria e Commercio. «E non solo, anche il Gp Costa degli Etruschi di Donoratico, ad esempio, che apriva la stagione e che quest’anno è stato vinto dal mio amico Diego Ulissi (anche lui di Cecina, ndr), che ha iniziato a correre sulle mie stesse strade, non si farà. Il momento è difficile per il ciclismo italiano in generale, non solo in Toscana, anche sul fronte economico e organizzare corse di un giorno è molto costoso e non porta più il ritorno di una volta, anche perché la qualità dei corridori al via è scemata — aggiunge Bettini — ma questo non vale per il Giro: chi investe in una tappa ha un grande ritorno, con la presenza di migliaia di persone per non parlare dell’indotto. Forse dalla Toscana non sono arrivate richieste per la corsa o gli organizzatori hanno tenuto conto di richieste diverse. Se Ulissi sarà al Giro potrà essere protagonista, vincere qualche tappa anche perché il percorso è adatto alle sue caratteristiche tecniche».
Franco Chioccoli, era il lontano anno 1991, è l’ultimo toscano che ha vinto il Giro d’Italia e «Coppino» come lo chiamavano è sempre nel cuore dei tifosi e segue sempre il suo amato ciclismo. «Mi dispiace tanto che il Giro 2018 non passi dalla Toscana, è un peccato — afferma l’ex campione di Castelfranco di Sopra — i percorsi della nostra regione sono belli, tecnicamente interessanti, con tanto pubblico e dato che il Giro ci sfiora per andare in Emilia mi dispiace ancora di più».
Niente Toscana perché? «Non lo so. Forse si tratta di una questione economica, forse non sono arrivate richieste da parte nostra. Di certo dispiace e me come a tutti: la Toscana è terra di ciclismo. Speriamo comunque che ci sia qualche toscano protagonista della corsa. Anche se ogni anno è sempre più difficile, tanto che adesso non c’è neppure più una squadra italiana tra quelle di élite; un fatto che quando correvamo noi era semplicemente impensabile».